Sequestrato il patrimonio di un imprenditore cosentino, sigilli a beni per 22 milioni

Cosenza Cronaca

Ammonta all’incirca al valore complessivo di 22 milioni di euro il totale del patrimonio per cui stamani è scattato un sequestro finalizzato alla confisca prevista dal Codice Antimafia.

I sigilli hanno interessato beni, assetti societari e rapporti finanziari ritenuti tutti riconducibili ad un imprenditore calabrese, Giuseppe Borrelli, 52enne di Altomonte, che opera nell’area dell’alto ionio cosentino, nel cassanese e nella sibaritide ma che conta interessi anche nella città di Roma e nelle sue zone limitrofe.

Ad eseguire la misura, dalle prime luci dell’alba, sono stati gli uomini della Polizia di Stato di Cosenza insieme ai militari della Guardia di Finanza del capoluogo bruzio.

I SIGILLI

Il sequestro ha riguardato la totalità delle partecipazioni di undici società con sedi ad Altomonte, Roma, Cassano allo Ionio e San Lorenzo del Vallo e attive in diversi settori merceologici.

In particolare si va dalla raccolta, stoccaggio, trasformazione e smaltimento di rifiuti, all’edilizia specializzata, dalla torrefazione alla trasformazione e commercializzazione, all’ingrosso e al dettaglio, di caffè e prodotti affini.

Le aziende, inoltre, si occupano di supermercati, di compravendita immobiliare, di servizi pubblicitari e di marketing, della compravendita e noleggio di autovetture e veicoli in generale e da corsa.

Ma anche della produzione di birra artigianale con la somministrazione e di ristorazione, di costruzione di edifici residenziali e non, del trasporto di merci su strada, di appalti pubblici e privati per la progettazione e costruzione di opere, della fabbricazione e messa in opera di prodotti bitumosi.

I sigilli sono scattati inoltre per 58 veicoli industriali e non, compresi alcuni di grossa cilindrata, nella disponibilità del compendio aziendale, e per una villa di circa 400 metri quadrati, con annesso un opificio, intestati all’imprenditore; infine, cautelati 90 rapporti finanziari.

LE INDAGINI

Le indagini hanno mirato a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio dell’imprenditore e una eventuale sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa, e sono state eseguite dal servizio centrale anticrimine della Polizia; dalla divisione Polizia anticrimine della Questura bruzia; dallo Scico, il servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata e dal nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza.

Investigazioni che riguardano le vicende patrimoniali e imprenditoriali, direttamente o indirettamente riconducibili all’uomo, già in passato colpito da provvedimenti interdittivi antimafia decisi dal Prefetto di Cosenza nel 2016.

Si tratta di un provvedimento di natura cautelare, adottato dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione avviato con la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale e di quella patrimoniale della confisca, sulla base delle complesse indagini di natura economico-patrimoniale e finalizzate a verificare la provenienza dell’ingente patrimonio riferibile al destinatario del provvedimento e la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati e alla attività lavorativa.

(ultimo aggiornamento 9:59)