Aidaa: nei primi cento giorni dell’anno, in Calabria, avvelenati tremila cani
Tremila cani uccisi nei primi cento giorni del 2022. Un triste primato per la Calabria, come denuncia l’Aidaa. Secondo l’associazione, dunque, la nostra regione è ancora maglia nera per quanto riguarda gli animali avvelenati.
In poco più di tre mesi dall’inizio di quest’anno sono poco meno di tremila, difatti, i casi di avvelenamento, seppure più della metà dell’anno scorso, quando furono invece ben 7 mila.
Un’impennata, quella del 2021, che si registrò verso la fine dell'estate scorsa dopo la morte della giovane aggredita a Satriano da un branco di cani incustoditi (QUI).
Degli amici a quattro zampe uccisi col veleno solamente duecento sono di proprietà mentre non è dato di conoscere il numero dei randagi morti, anche se l’associazione ipotizza si sia attorno a una percentuale del 30-40% sul totale.
“È una vera strage silenziosa quella dei cani avvelenati di cui stranamente le grandi organizzazioni sono molto tiepide nel denunciare la necessità di leggi severe e di messa al bando di alcuni prodotti che vengono utilizzati per questo sterminio di massa” affermano dall’Aidaa.
Un fenomeno quello degli avvelenamenti che l’associazione definisce il “di proporzioni nazionali” risultando “più attivo al sud in quanto qui si concentra la maggior parte dei cani randagi” presenti in Italia.
“Da quanto ci è dato sapere - spiegano ancora da Aidaa - il fenomeno ha proporzioni maggiori nelle provincie di Cosenza e Reggio Calabria, mentre lo scorso anno era concentrato nella provincia di Catanzaro appunto a seguito della tragedia di Satriano".