Chiusura stabilimento Lactalis, Sigle: azienda riveda decisione e ridia serenità a 150 famiglie
Le segreterie unitarie di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil della città metropolitana di Reggio Calabria si dicono decisamente preoccupate per l’annunciata chiusura dello stabilimento della Lactalis di San Gregorio, prima periferia della città, chiusura che, è bene ricordarlo, lascerebbe senza lavoro 79 padri di famiglia.
Durante la prima riunione di Coordinamento nazionale Bu Castelli, svoltasi il 22 Aprile scorso a Milano, il management della Lactalis, dopo un’analisi del business relativo al gruppo Castelli, concentrando l’informativa sulla società Alival, ha annunciato la chiusura di ben due stabilimenti in Italia da realizzarsi entro il primo trimestre 2023 (QUI): si tratta degli impianti di Reggio Calabria e di Ponte Buggianese, in provincia di Pistoia, oltre ad alcuni esuberi nello stabilimento di Santa Rita, in provincia di Grosseto.
Le Segreterie provinciali delle tre Sigle, presenti all’incontro, e sostenute dalle Segreterie nazionali, hanno contrastato quella che “ci è apparsa e tuttora ci appare – affermano in una nota - come una scelta non giustificata da motivazioni oggettivamente inoppugnabili, ma dalla volontà di perseguire logiche tendenti a favorire alcuni territori a scapito di altri”.
La Flai, la Fai e la Uila hanno dunque invitato l’azienda a rivedere la sua posizione, “maturata – ribadiscono nel comunicato - senza neanche un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, presentandoci un piano industriale di rilancio dell’intero gruppo, senza chiusure e senza tagli di posti di lavoro perché, a nostro avviso, le condizioni per andare avanti, se c’è la volontà, non mancano”.
“Vorremmo sommessamente ricordare – proseguono le segreterie unitarie - che i due stabilimenti destinati alla chiusura sfornano ogni giorno prodotti di assoluta qualità. In particolare, nello stabilimento di Reggio Calabria viene prodotta una mozzarella a denominazione STG (Specialità territoriale garantita). Smettere di produrre un alimento di così alta qualità, lasciando a casa lavoratori che, con gli anni, hanno acquisito una grande professionalità a noi appare un qualcosa di logicamente inspiegabile”.
Alla Lactalis viene quindi chiesto “di riscoprire la vocazione etica di cui, spesso e volentieri mena vanto, ritornando sui propri passi e ridando serenità a 150 famiglie che con il suo improvvido annuncio ha gettato nello sconforto”.
Lo stabilimento di Reggio Calabria, viene ricordato, da oltre 30 anni è un fiore all’occhiello della città, per la produzione eccellente di mozzarelle e formaggi semiduri.
“Per questa sua speciale vocazione alla produzione di qualità, giova ricordare, che il sito produttivo della nostra città ha ricevuto numerosi premi ed encomi, nazionali ed internazionali. Dunque, si tratta di un esempio positivo, un esempio bello di quella Reggio che lavora e che sa lavorare, che valorizza una filiera, quella lattiero casearia, che oggi, se la Lactalis lo volesse, potrebbe percorre nuove strade, cogliere le opportunità che offre il territorio, valorizzare le nostre tipicità e le nostre specialità, cosi come da brand Nuova Castelli Dop e specialità”, concludono dai sindacati.