Movimento demA: “Disastro annunciato all’ospedale di Polistena”

Reggio Calabria Salute

"La chiusura del reparto di rianimazione dell’ospedale di Polistena è il drammatico epilogo di una situazione ampiamente prevedibile, poiché perfettamente nota alle autorità preposte e alle istituzioni responsabili, Regione Calabria in primis. La cronica carenza di personale sanitario e parasanitario, che sta riguardando anche altri reparti del nosocomio polistenese, è giunta al parossismo, con il verificarsi di quello che tutti temevano. Non vorremmo che la chiusura di questo reparto fosse il preludio alla chiusura totale dell’Ospedale della Piana, al momento l’unico che possa davvero rispondere ai bisogni del territorio, che già è costretto a subire un livello di prestazioni sanitarie ridotte all’osso. Del resto lo denunciamo da tempo ma a poco o a nulla sono servite dichiarazioni, denunce, manifestazioni di tanti operatori e amministratori del territorio, come sta a dimostrare, appunto, questo epilogo tanto paventato quanto scontato" è quanto affermano Michele Conia, vice presidente nazionale demA e Nelly Creazzo, referente demA Polistena.

"Come movimento DemA esprimiamo indignazione per la chiusura del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Polistena e ne chiediamo le riapertura immediata, previo reclutamento del personale necessario. Esprimiamo forte preoccupazione per il modo in cui la commissaria preposta, la dott.ssa Di Furia Commissario ASP di Reggio Calabria, sta gestendo questa vicenda ed altre che riguardano sempre l’ospedale di Polistena. E' notizia di ieri infatti, che l’annunciato arrivo di un nutrito gruppo di medici cubani a sostegno dei medici del nosocomio sia stato smentito dalla Commissaria dell’ASP e derubricata al livello di fake news" sottolineano.

"Chiediamo che sia fatta chiarezza anche su questa vicenda, sia alla dott.ssa Di Furia sia al Presidente della Regione Calabria nonché al Commissario ad acta on. Roberto Occhiuto, poiché i medici, gli operatori sanitari e i cittadini calabresi non meritano di essere né presi in giro dalle istituzioni né di essere continuamente vessati da situazioni che esasperano le condizioni lavorative e riducono sempre di più i margini di vivibilità nella nostra Regione" concludono.