Letteratura: l’incontro con Eraldo Affinati a Castrovillari
Secondo appuntamento al Caffè Teatro del Pianto e del Riso, venerdì 22 aprile alle 18,30 a Castrovillari con “L’Italia immaginata. Lo stivale del futuro - prospettive d’impegno”, rassegna ideata ed organizzata dall’associazione culturale “Tra Mondi” e dall’associazione culturale Aprustum. Immigrazione ed integrazione saranno i temi affrontati da Eraldo Affinati in “Italiani anche loro. La responsabilità della parola”. Nel corso dell’incontro lo scrittore romano, fra i massimi rappresentanti della nostra letteratura, presenterà “Peregrin d'amore” (Mondadori) e “Italiani anche noi” (Il Margine editore). Il primo è una storia della letteratura romanzata, un viaggio nella lingua italiana e nei luoghi che gli scrittori hanno abitato o che sono ascrivibili alla loro attività. La partenza prende le mosse da Castel del Monte, ma l’incipit vero e proprio coincide con la città in cui poteva finire la storia dell’uomo sulla Terra, Nagasaki. Il luogo dove la violenza cieca ha umiliato la natura. Il secondo è il manuale delle “Penny Wirton”, scuole di lingua italiana per stranieri. La prima fu fondata, nella capitale qualche anno fa da Affinati, i corsi, sono attivati grazie al contributo di uomini e donne disposti a insegnare in modo gratuito. Oltre all’incontro inserito nel programma de “L’Italia immaginata” l’autore avrà modo di incontrare docenti e studenti delle Penny Wirton locali. Le scuole, che sono dirette da Marco Gatto, presidente di “Tra Mondi”, sono operanti a Castrovillari, Vibo Valentia, Mormanno e Trebisacce. Affinati è uno straordinario scrittore di viaggio (come suggerisce Cordelli), è stato finalista al Premio Strega e al Premio Campiello, con il libro Campo del Sangue (Mondadori 1997), dove i ricordi della madre si complicano lungo il percorso di un viaggio (attraverso filosofia e letteratura), che partendo da Venezia ci conduce direttamente alle porte del campo di sterminio di Auschwitz. Insegna presso la Città dei Ragazzi, la storica comunità alle porte di Roma fondata nel secondo dopoguerra dal sacerdote irlandese John Patrick Carroll-Abbing, una specie di comunità falansterio «dove il fanciullo amareggiato avrebbe trovato la dedizione degli adulti». All’incontro, concepito come pretesto di discussione, si accompagnerà, in forma di preludio, la proiezione del film “Il Resto della Notte” di Francesco Munzi. Il film è in programma per giovedì 21 alle 20,30. Dopo l'aspro esordio nel 2004 con "Saimir", Munzi torna al cinema con una storia d’immigrazione e ne approfondisce un aspetto, quello dell'integrazione tra immigrati e italiani. Per farlo il regista romano mette in scena un paradosso, attribuendo uguali sentimenti - egoismo e paura - ai ricchi italiani e ai poveri rumeni: all'indifferenza dei primi fa eco l'istinto predatorio degli altri; alla paura dei ricchi di essere depredati corrisponde la disperazione del vivere, anzi del sopravvivere, degli altri. L’esigenza della rassegna “L’Italia immaginata” nasce dalla necessità di Immaginare una nuova Italia, nel tempo della televisione e della politica spettacolare, è l’obbligo di qualunque cittadino. Eppure, oggi più di prima, a essere in crisi, privati della loro funzione civile, sono quei modelli culturali ed educativi capaci di fornire gli strumenti per costruire una collettività rispettosa del passato e protesa verso un futuro migliore.