Presentato il Report del Garante dei detenuti: così è la situazione carceraria a Crotone
Nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Crotone è stata presentata la Relazione annuale del Garante dei detenuti Federico Ferraro.
Lo stesso garante ha inizialmente espresso il suo apprezzamento per la conclusione del lungo iter che ha portato alla sottoscrizione della convenzione per l’impiego di alcuni detenuti nei lavori socialmente utili, che secondo il programma concordato tra il Comune di Crotone e la Direzione Penitenziaria, vedrà un momento importante di formazione entro il mese di luglio, mentre, a partire dal primo di agosto, sette detenuti inizieranno a lavorare nelle aree individuate dall’Ente: Villa Comunale, Piazza Umberto, Orto Tellini Parco Endride (via Miscello da Ripe).
Si tratta di un proposta che era stata presentata inizialmente dal Garante dei detenuti al Comune di concerto con la direzione dell’Istituto, addirittura nel 2018, e che oggi prende avvio.
“Si esprime un plauso all’Ente comunale, al Sindaco Voce, all’Assessore al Verde pubblico Pitingolo, al Consiglio comunale, ed in particolare alla III e IV Commissione Consiliare Permanente, per il tramite dei rispettivi Presidenti Passalacqua e Meo, ed a tutti i Consiglieri Comunali, per l’attenzione e sensibilità mostrata verso la detenzione ed il reinserimento socio-lavorativo, e per l’impegno nell’aver contribuito al progetto istituzionale dei lavori di pubblica utilità, garantendone sia la copertura finanziaria parziale dell’ambito assicurativo che il vestiario da lavoro” commenta in tal senso Ferraro.
Quanto ai dati di quest’anno, dalle ispezioni e dalle comunicazioni formali dell’Amministrazione penitenziaria, si evince che al 27 giugno scorso ci sono 124 persone recluse: 85 sono italiane e 39 straniere.
I reati perpetrati riguardano principalmente delitti contro il patrimonio, violazione della legge sull’immigrazione e in materia di sostanze di stupefacenti. Vi sono sei persone detenute ammesse all’art. 21 dell’Ordinamento Penitenziario.
Proseguono poi i colloqui nella sala avvocati e magistrati con idonee misure anticontagio da Covid e pannelli in plexiglass mentre sull’andamento dello stato pandemico, riscontrato nel mese di maggio, che ha necessitato l’adozione di un protocollo sanitario, emanato dal Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Crotone - monitorato costantemente dal Garante comunale - la situazione è ritornata alla normalità.
“In riferimento alle criticità – afferma Ferraro - occorre evidenziare con rammarico il permanere dell’atavico problema del sovraffollamento carcerario e la incompatibilità con le necessità di distanziamento sociale: negli anni della pandemia in molte carceri italiane si sono dovuti inventare spazi fruibili per consentire le quarantene, i distanziamenti a fini preventivi; sono state create in itinere alcune sezioni di isolamento sanitario e tuttavia si sono sviluppati inevitabilmente focolai di infezione”.
È emerso poi che per poter disporre di spazi ai fini del distanziamento da Covid-19, si debba arrivare massimo all’80% dei posti occupati disponibili sul totale delle postazioni di detenzione in ogni Istituto di pena.
Ricca di spunti è stata l’attività istituzionale e i momenti di valorizzazione e sensibilizzazione sui diritti umani e libertà: si sono svolte diverse ispezioni in carcere e presso le camere di ricovero dell’Ospedale, attività svoltesi congiuntamente al personale di Polizia penitenziaria.
Presso l’ospedale San Giovanni di Dio è stato necessario, segnalare una rilevante preoccupazione per le condizioni igienico-sanitarie dei locali visitati, risultanti carenti sia per quanto concerne la situazione impiantistica elettrica, la presenza di umidità e la pavimentazione; successivamente si sono svolti interventi di adeguamento parziale sulla base delle raccomandazioni espresse dal Garante e si attendono ad oggi ulteriori aggiornamenti.
“Come è noto l’ambiente penitenziario e i luoghi di restrizione alla libertà personale sono “faticosi”, ed il personale che vi lavora ha vissuto molte sfide in questi ultimi anni, così come le hanno vissute i detenuti; tuttavia è necessario che anche chi lavora in carcere riceva una adeguata gratificazione ad investire e scegliere quel posto di lavoro” afferma Ferraro.
“In questi mesi – aggiunge - risposte significative agli appelli espressi dal Garante comunale per l’emergenza Covid, sono pervenute al carcere da diverse realtà e vivo apprezzamento è stato espresso per le recenti donazioni effettuate dalla Croce Rossa di Crotone, dalla Confcommercio e da privati cittadini”.
Nell’anno in corso c’è stato anche l’accoglimento di un’istanza di trasferimento per motivi di ricongiungimento familiare, grazie al sollecito del Garante ed detenuto è ritornato nella propria regione di provenienza.
Secondo lo stesso Garante, quindi, alla luce dei dati evidenziati occorre intervenire sulle criticità più urgenti, ovvero: ridurre le presenze di detenuti, sempre numericamente superiori rispetto alla capacità regolamentare dell’Istituto detentivo, ed alla capienza tollerabile; ampliare l’organico addetto al servizio di mediazione linguistico e culturale per l’intero Istituto, in considerazione del numero di stranieri che sono reclusi attualmente, stante l’insufficienza di un solo addetto per l’intera percentuale di detenuti stranieri.
Ed ancora: occorre intervenire al più presto sull’impianto idrico della struttura penitenziaria, attraverso una totale sostituzione del medesimo con uno nuovo; in considerazione delle percentuali di sovraffollamento e dell’ appena conclusa emergenza pandemica, occorre predisporre un incremento della copertura del servizio sanitario penitenziario, con un passaggio dall’ H12 almeno all’H14, e quindi oltre il consueto orario di copertura dalle 8 alle 20.
In riferimento alle attività motorie da espletare in palestra, attualmente sospese, occorre attivarsi per l’istallazione di un idoneo impianto di refrigerazione per consentire alla popolazione detenuta l’attività anche durante l’estate, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici e delle alte temperature di questi periodi.
Occorre poi individuare per le camere di pernottamento presso l’ospedale civile, nuovi locali, come è già in progetto da parte della Dirigenza ASP; e infine affrontare e risolvere la problematica sulle camere di sicurezza presso i presidi di Polizia.
“Un’opportunità fondamentale per la soluzione delle carenze strutturali è rappresentata infine dal Fondo complementare del Pnrr, alla lettera “g”, che prevede lo stanziamento di ben 132,9 milioni di euro, dal 2022 al 2026, per la costruzione e il miglioramento di padiglioni e spazi per le strutture penitenziarie per adulti e minori. Come noto il soggetto attuatore dei progetti sarà il Mit. Invito quindi le istituzioni, tutte, ad attivarsi pe poter usufruire con apposita ed adeguata progettualità, delle opportunità anche per l’adeguamento delle camere di sicurezza e per le altre carenze strutturali sollevate dall’Autorità di garanzia” conclude Ferraro.