Via d’Amelio, Bruni: “1992 anno orribile per l’Italia”
"Il 1992 è stato un anno che ha profondamente segnato la storia italiana. Poco meno di due mesi dopo la strage di Capaci avvenuta il 23 maggio e che costò la vita al giudice Falcone a sua moglie Francesca Morvillo e a tre uomini della scorta, un altro terribile attentato colpì il cuore della città di Palermo: il 19 luglio 1992 il magistrato Paolo Borsellino fu ucciso nella strage di via D'Amelio, dove perse la vita insieme a cinque uomini della sua scorta". Lo scrive in una nota Amalia Bruni, vicepresidente della Commissione Antindrangheta del Consiglio Regionale.
"La falsa e distorta verità giudiziaria che la moglie Agnese Borsellino ha denunciato nel corso degli anni è servita a costruire una contraffazione della verità che ha portato un secondo terribile dolore e una umiliazione per chi rappresenta lo Stato democratico" afferma ancora la Bruni. "La mia Terra ha conosciuto tante tragedie per mano della criminalità organizzata che anche da noi ha mietuto vittime innocenti".
"Ho sempre creduto nell’esempio di uomini come Falcone e Borsellino ed ecco perché la lotta conseguente contro la mafia, senza cedimenti a rassegnazioni o a filosofie di vile convivenza con essa, deve diventare parte integrante del nostro impegno quotidiano per affermare la cultura della legalità. Una sorta di giuramento ai valori costituzionali e democratici che ognuno di noi dovrebbe fare per rinnovare un omaggio e una promessa per non dimenticarlo mai" conclude. "Ricordo con commozione il sacrificio di Paolo Borsellino, e tutti coloro che sono come lui caduti in nome della legge, dobbiamo restare sempre al loro fianco per onorare le loro eroiche figure e per sostenere chi ha continuato a portare avanti la loro opera".