Movida violenta a Rossano, lo Stato risponde: due fermi dopo la notte di fuoco

Cosenza Cronaca

Immediata è stata la risposta delle forze dell’ordine alla rissa tra giovani scoppiata che nella notte tra domenica e lunedì scorso sul lungomare di Rossano e che ha causato il ferimento, a colpi d’arma da fuoco, di uno di loro (QUI).

Un’investigazione congiunta dei Carabinieri e dei poliziotti del Commissariato locale e della Squadra Mobile di Cosenza, ha portato difatti al fermo di due persone del posto, legate tra loro da vincoli di parentela, e ora accusate di tentato omicidio aggravato.

Da due giorni l’intero comprensorio è stato costretto a vivere una sequenza di accadimenti quasi surreali, che hanno dato l’immagine distorta di un contesto sociale difficile e compromesso da evidenti dinamiche criminali che mettono in pericolo la convivenza pacifica della gente.

Il fuoco e la violenza

Una successione di fatti di estrema gravità, iniziata con una violenta contesa tra parti contrapposte, proseguita con l’incendio dell’auto di uno degli addetti alla sicurezza di un noto locale notturno e, infine, culminata con un’aggressione armata in piena regola, attuata lungo il frequentatissimo viale Mediterraneo di Rossano, meta in questo periodo dell’anno di giovani e famiglie.

L’atto più violento è culminato con quest’ultimo episodio che ha visto protagoniste più persone che non hanno esitato a sparare ad altezza d’uomo.

I colpi si sono conficcati sulla carrozzeria dell’auto del soggetto preso di mira e, solo per una fortunata coincidenza, non hanno attinto nessuna delle numerose persone presenti lungo il viale.

Il panico tra la gente

L’aggressione armata ha scatenato il panico tra la gente, oltre alla preoccupazione di una cittadina intera, che ha ritenuto potesse essere messa in dubbio la sicurezza del contesto dove si sono verificati gli episodi.

In maniera concomitante agli eventi sono iniziate le indagini, in cui militari e poliziotti hanno lavorato in maniera incessante per comprendere le dinamiche che si celavano dietro tanta violenza e, soprattutto, per poter dare un volto ai responsabili.

L’indagine congiunta

L’azione repressiva è stata congeniata unendo le forze e svolgendo gli accertamenti in tutte le direzioni. Un lavoro minuzioso di ricostruzione che non ha lasciato nulla al caso e durante il quale Magistratura, Polizia e Carabinieri hanno perseguito in maniera convinta il loro obiettivo, lavorando senza sosta sino al raggiungimento del risultato.

Uno sforzo investigativo che ha permesso di raccogliere dei quadri probatori a carico dei due indagati, le cui potenziali responsabilità verranno ora valutate dall’Autorità Giudiziaria.

La squadra Stato

Una risposta immediata della «Squadra Stato», verso un episodio che aveva gettato nello sconforto un’intera comunità. Le due persone sottoposte a fermo di indiziato di delitto sono state ristrette e rimarranno a disposizione dei Magistrati nei rispetti luoghi di detenzione.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio e, in seguito, della Procura della Repubblica per i Minorenni di Catanzaro, diretta dal Procuratore Maria Alessandra Ruberto.