La coca calabrese spacciata nel messinese: 16 arresti, c’è un esponente di spicco del clan Nirta
La ‘ndrangheta calabrese si conferma - qualora ce ne fosse bisogno - sempre più pervasiva e, soprattutto, fornitrice privilegiata, forse anche monopolistica, della droga che inonda le piazze di spaccio delle principali città del Sud e non solo.
Un dato che emerge prorompentemente anche dall’operazione che stamani è stata portata a termine dai carabinieri di Messina che, su richiesta della Procura Distrettuale locale, hanno fatto scattare le manette ai polsi di 16 persone su 18 che sono indagate.
Per 13 di queste si sono spalancate le porte del carcere, tre sono state invece sottoposte agli arresti domiciliari e due all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Il Gip gli contesta a vario titolo l’associazione finalizzata al traffico illecito e la detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.
Il blitz arriva al termine delle indagini sviluppate dal Nucleo Investigativo dei militari di Messina dal febbraio 2021, dopo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha parlato di uno dei principali indagati di oggi come del promotore di una strutturata che si occupava appunto del traffico di droga nella zona sud della città etnea.
Secondo gli inquirenti, in pratica, sarebbe esistito un gruppo criminale che di fatto avrebbe pressoché quasi interamente monopolizzato l’approvvigionamento in città della cocaina, poi spacciata al dettaglio nello stesso capoluogo ma anche a Tortorici, dove vi sarebbe stata un’autonoma piazza di spaccio gestita da alcuni degli indagati originari della cittadina nebroidea.
Per gli inquirenti la pericolosità del gruppo e la sua elevata caratura criminale verrebbe però dimostrata dal fatto che l’organizzazione si approvvigionasse dello stupefacente da un esponente di spicco della famiglia Nirta (QUI), ai vertici della ‘ndrangheta calabrese.
Uno degli arrestati è infatti figlio di Giuseppe Nirta, 82 anni, attualmente all’ergastolo per la cosiddetta faida di San Luca, e fratello di Sebastiano e Francesco Nirta, rispettivamente di 51 e 48 anni, anch’essi al carcere a vita per la tristemente nota “strage di Duisburg” (QUI) avvenuta in Germania per l’appunto il 15 agosto del 2007 ed in cui vennero uccisi sei calabresi, alcuni dei quali ritenuti esponenti della cosca rivale del Pelle-Vottari.
Il fornitore, a sua volta si sarebbe avvalso di un’articolata rete di corrieri, tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si sarebbero occupati della consegna “a domicilio” fino a Messina.
Particolarmente ingegnose le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria alla Sicilia: per sfuggire a eventuali controlli, in particolare quelli più frequenti presso gli imbarcaderi dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati avrebbero fatto ricorso ad auto modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne degli appositi nascondigli, dei doppi fondi dove nascondervi la droga.
A dimostrazione dell’efficienza del gruppo è stato anche documentato come lo stesso fornitore calabrese avesse collaborato fornendo all’associazione siciliana telefoni riservati alle comunicazioni dedicate all’attività illecita.
Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di stupefacente dalla Calabria alla Sicilia, con il ritrovamento e sequestro di tre chilogrammi di cocaina, accertando come il traffico fosse decisamente florido e in grado di assicurare un continuo afflusso di sostanza sul mercato etneo.
Oltre alla città di Messina, i vertici dell’associazione sarebbero stati in grado di rifornire di droga anche alcuni soggetti che operavano nella cittadina di Tortorici, con i quali era stato creato un canale privilegiato di fornitura.
In particolare proprio a Tortorici ai Carabinieri era ben noto l’attivismo di alcuni pregiudicati del posto, anche per aver ricevuto numerose segnalazioni dalla cittadinanza.
In particolare quattro giovani avrebbero costituito sul luogo un commercio di stupefacenti ben organizzato, tanto da effettuare quasi settimanalmente richieste di approvvigionamento a Messina.
I militari, nell’attesa di intervenire, hanno voluto rafforzare il quadro indiziario nei confronti degli indagati, in particolare nei confronti di una coppia di fratelli di Tortorici, ritenuti capaci di interlocuzioni stabili con l’organizzazione del capoluogo.
L’operazione condotta dai Carabinieri dalle prime luci dell’alba della mattinata odierna, ha visto in campo oltre 120 militari del Comando Provinciale di Messina, impiegati anche nelle provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia.