Usb Reggio Calabria, in piazza per i sindacalisti colpiti da misure cautelari
All'alba di martedì, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari e disposto altre misure cautelari per otto dirigenti nazionali e locali della Usb e del Si Cobas, operanti da anni nel settore della logistica. A questi si aggiungono decine di lavoratori e attivisti messi sotto accusa.
"Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc. Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio", afferma in una nota l'Usb Reggio Calabria.
"Per la procura di Piacenza - continua - le lotte condotte nei magazzini della logistica dal 2014 al 2021: sarebbero state attuate per motivazioni pretestuose e con intenti "estorsivi", al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. Questo teorema giudiziario è un evidente tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori. Si vuole negare la legittimità del sindacalismo conflittuale e delle sue pratiche e si vuole dare una ulteriore spinta repressiva contro il diritto di sciopero in un settore strategico per le multinazionali e per il capitale".
"Grazie ad anni di dure lotte contro lo sfruttamento delle multinazionali, contro il sistema infame degli appalti e delle finte cooperative più o meno infiltrate dalla mafia - continua l'Usb - migliaia di lavoratori a Piacenza e in gran parte del centro-nord hanno conquistato salari dignitosi e messo fine ai ricatti imposti dai padroni, pagando un prezzo durissimo in termini repressivi e di sangue, come dimostrato dagli omicidi di Abd El Salaam nel 2016 fuori ai cancelli GLS di Piacenza e di Adil Belakhdim lo scorso anno all'esterno del magazzino Lidl di Biandrate."
Per la Siglia ci si troverebbe così di fronte "a un attacco politico su larga scala teso a mettere fuori legge gli scioperi e la contrattazione nelle aziende, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro. L'avanzare della crisi capitalistica, e il malessere sociale sempre più montante a seguito dell'economia di guerra e del carovita, producono un'offensiva sempre più stringente contro i lavoratori, e in particolare contro le avanguardie di lotta sindacali e sociali".
"Contro questa ennesima provocazione poliziesca è necessario rispondere in maniera unitaria e compatta, al di là di ogni steccato di categoria o di appartenenza di sigla. Per questo giovedì 21 luglio dalle ore 18 saremo in piazza anche a Reggio Calabria davanti la Prefettura, a cui invitiamo a partecipare tutti i movimenti sociali e politici del territorio. Le lotte operaie - conclude - contro sfruttamento e caporalato, non si processano!".