Arresto sindacalisti. Presidio dell’Usb davanti alla Prefettura di Reggio Calabria

Reggio Calabria Attualità

Anche a Reggio Calabria ieri Usb ha manifestato davanti la locale Prefettura contro le misure cautelari applicate dalla Procura di Piacenza a dirigenti sindacali di Usb e Si Cobas, accusati di realizzare una associazione a delinquere.

"Ed è un canovaccio, quello del ricorso all’associazione a delinquere per attaccare i movimenti sociali, a cui pare le varie procure si stiano abituando, nonostante sia un netto attacco a quei principi costituzionali che la Magistratura dovrebbe avere come faro". commenta la stessa sigla sindacale.

"Anni di indagini e intercettazioni, riportate in 350 pagine di ordinanza - prosegue - hanno portato a un teorema grazie al quale gli strumenti di lotta classici del movimento operaio (picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, le stesse assemblee) diventano “fatti criminosi” e la lotta per ottenere condizioni migliori di lavoro una estorsione”.

Secondo l'Usb "più che un teorema giudiziario siamo però di fronte a un atto politico, al tentativo di impedire che nel settore della logistica, centrale all’interno della catena del valore, si rafforzi il sindacalismo conflittuale e di classe, e con esso la capacità dei lavoratori di opporsi allo strapotere delle grandi aziende, rese ancor più forti grazie alla complicità di Cgil-Cisl-Uil. Un attacco "ad orologeria" che segue a ruota il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato dell’associazione padronale del settore (Assologistica), con la modifica dell'articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici".

"L'avanzare della crisi e il malessere sociale sempre più crescente a seguito dell'economia di guerra e del carovita, producono un'offensiva sempre più stringente contro i lavoratori, e in particolare contro le avanguardie di lotta sindacali e sociali. Contro questo tentativo di reprimere ogni forma di opposizione è necessario rispondere in maniera unitaria e compatta, e già la manifestazione nazionale di sabato 23 luglio a Piacenza sarà una prima importante risposta. Le lotte operaie contro sfruttamento e caporalato, non si processano!", conclude il sindacato.