Diritto allo studio. Russo (AU): “Soldi a pioggia non sono soluzione, Regione intervenga”
Con un recente provvedimento, il Governo ha innalzato la soglia Isee per l’accesso alle prestazioni agevolate per il Diritto allo Studio Universitario e il valore nominale delle borse stesse, ricorrendo ai fondi PNRR per la copertura di tali interventi.
Un’azione apparente positiva che parrebbe remare nella direzione degli Studenti universitari ma che raccoglie critiche proprio da questi ultimi.
A intervenire sulla questione è Mario Russo, Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari eletto tra le fila di Azione Universitaria.
“Questo intervento del Governo Draghi è degno delle migliori televendite – afferma - in quanto mira a far credere che da parte delle Istituzioni ci sia una maggiore attenzione sul tema e un maggiore investimento a valere sulle finanze di Studenti e famiglie”.
Secondo il rappresentante degli Studenti, invece, l’innalzamento di soglie e valore nominale “può diventare una vera e propria carneficina o, comunque, lo diventerà non appena verranno chiusi i rubinetti del PNRR”.
Il finanziamento di queste prestazioni, infatti, è demandato tanto a fondi del Governo quanto a fondi regionali con un meccanismo che prevede delle premialità a favore delle regioni più virtuose che decidano di investire somme maggiori.
In virtù di tale sistema, in molte zone d’Italia, a macchia di leopardo, esiste (o “ritornerà ad esistere”, a detta del Consigliere Nazionale degli Studenti Universitari) la figura dell’idoneo non beneficiario: vale a dire lo studente in possesso dei requisiti per beneficiare della borsa ma impossibilitato a farlo per mancanza di fondi.
“Il Governo anziché utilizzare le risorse del PNRR per garantire un finanziamento strutturale e continuo di tutte le borse di studio per ogni Studente d’Italia in possesso dei requisiti ha messo in scena una grande farsa - continua Russo - perché è impensabile aumentare importi e numero di beneficiari quando ancora non si è raggiunta la copertura totale su base nazionale”.
“È folle, in un momento di grande definanziamento degli enti locali, continuare a demandare alle Regioni, sulla base di un meccanismo premiale, la piena garanzia del sacrosanto Diritto allo Studio di intere generazioni – prosegue il rappresentante degli studenti - e il Governo Draghi, con lo sperpero di queste risorse fondamentali dal PNRR, ha sprecato un’occasione ghiottissima per porre fine a ingiustizie e discriminazioni”.
L’appello finale del Consigliere Nazionale degli Universitari è a tutte le forze politiche parlamentari “affinché pongano in cima all’agenda del Parlamento l’emergenza Diritto allo Studio che, in lungo e in largo, vede coinvolti gli Studenti italiani” e al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che “nonostante sia già stato chiamato in causa dai Rappresentanti degli Studenti Unical in più occasioni, è apparso finora disinteressato e insensibile alla questione”.