Legge Lazzati: “Catanzaronelcuore”, sia applicata rigorosamente
L’attuale campagna elettorale si caratterizza, oltre che per il solito affollamento di aspiranti consiglieri comunali (quest’anno a Catanzaro c’è un candidato ogni 130 abitanti) anche per l’ottima novità rappresentata dalla legge “Lazzati”, ovvero la norma che limita l’influenza mafiosa giacché è fatto divieto al sorvegliato speciale di fare propaganda elettorale e, contestualmente, è prevista una sanzione per il candidato politico che a questi dovesse rivolgersi per la propaganda. - È quanto si legge in una nota diffusa alla stampa da Raffaele Fabiano, Presidente del Movimento Civico “Catanzaronelcuore” - Si tratta della Legge 175 del 13 ottobre 2010, cosiddetta “Lazzati” dal nome del centro studi del giudice Romano De Grazia il quale – dopo averla meritoriamente pensata ed elaborata – per ben diciassette anni ha profuso un costante ed encomiabile impegno affinché entrasse nell’ordinamento giudiziario italiano.
Oggi questa legge è un patrimonio per il nostro Diritto ed è bello sottolineare come abbia avuto origine proprio nel nostro territorio e possa perciò contrastare validamente quello stereotipo criminale con cui si identifica la Calabria. Tuttavia, se è chiaro che tale provvedimento non potrà azzerare l’invasione di campo del malaffare nel mondo della politica, è altrettanto evidente il limite che la legge “Lazzati” vi imporrà; purché venga applicata rigorosamente. A tal proposito siamo certi che il Prefetto e le Forze dell’Ordine staranno già lavorando con efficacia affinché l’applicazione di questa nuova legge sia per davvero severa, inflessibile, meticolosa. La “Lazzati” prevede una vigilanza coerente, un controllo puntuale dei delinquenti e dei sorvegliati. Prevede anche delle minuziose perquisizioni. Tutto per sgombrare il campo da possibili contatti tra mondo delinquenziale e sfera politica; contatti che inevitabilmente si intensificano in occasione delle campagne elettorali.
Ecco perché, ancora una volta e ancora di più, auspichiamo sul nostro territorio uno sforzo investigativo e preventivo corrispondente alle attese che la Legge 175 prevede, e sulla quale il nostro movimento – nel suo piccolo – ha creduto e combattuto a fianco al giudice Romano De Grazia.