Politiche 2022, ecco come cambiano i collegi in Calabria

Calabria Politica

Si avvicina il giorno delle elezioni: il prossimo 25 settembre si voterà per rinnovare Camera e Senato a seguito della caduta del governo Draghi. Una circostanza unica per più motivi: dal 1948 ad oggi le elezioni politiche si sono sempre svolte nei primi sei mesi dell’anno; per la prima volta i diciottenni potranno votare al Senato; si eleggeranno meno parlamentari e senatori, diminuiti da 945 a 600; e si utilizzerà una legge elettorale modificata in corsa, il Rosatellum, che è stato adattato ai nuovi numeri individuati dal referendum costituzionale.

Una serie di unicità che rendono particolarmente complessi i calcoli dei partiti e delle coalizioni (al momento in Calabria solo due partiti hanno espresso i loro candidati: Forza Italia e Partito Democratico), e che appaiono ancora più complesse da comprendere da parte dell’elettorato, tra collegi ridisegnati e differenze tra uninominali e plurinominali, maggioritari e proporzionali. Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza.

LE NUOVE MAPPE

Il Dipartimento per le Riforme Istituzionali (QUI) ha pubblicato i criteri di definizione dei nuovi collegi elettorali, differenti rispetto a quelli delle elezioni del 2018. Tale modifica si è resa necessaria per adeguare la rappresentazione politica al numero di elettori che vivono in Italia, e sostanzialmente si è proceduto ad estendere i confini dei precedenti collegi ed a cancellarne alcuni.

La Calabria è stata interessata da un “taglio” dei collegi, che si traduce anche in una riduzione della rappresentazione politica: la regione esprimerà infatti 19 tra parlamentari e senatori, mentre prima erano 30. Per far fronte a questo ridimensionamento, sono stati di fatto accorpati i colleggi plurinominali e ridotti quelli uninominali.

COLLEGI PLURINOMINALI

Come lascia intendere il nome, all’interno di questi collegi sono candidati più esponenti politici per ogni partito in corsa. Secondo le nuove regole, la Calabria avrà un unico collegio plurinominale sia alla Camera che al Senato: ciò vuol dire che non vi saranno dispute territoriali, ma tutti i candidati concorreranno per i posti messi a disposizione a livello regionale.

In questi collegi vige il metodo proporzionale: i seggi a disposizione vengono divisi tra i partiti in base ai candidati che hanno preso più voti.

COLLEGI UNINOMINALI

A differenza dei precedenti, i collegi uninominali prevedono che i partiti candidino un singolo esponente. Qui infatti vige il sistema maggioritario: chi prende anche un solo voto in più ottiene il seggio.

Questi colleggi sono stati notevolmente ridotti per essere adeguati – grossomodo – alla popolazione residente. Al Senato i collegi sono due: Calabria 1, che comprende le provincie di Crotone e Cosenza; e Calabria 2, che comprende le provincia di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria.

Alla Camera invece i collegi sono cinque, e non rispecchiano propriamente l’attuale divisione delle province: Calabria 1 comprende l’intera provincia di Crotone e la fascia jonica cosentina; Calabria 2 comprende la fascia tirrenica cosentina; Calabria 3 comprende la provincia di Catanzaro e parte dell’alto jonio reggino; Calabria 4 comprende la provincia di Vibo Valentia e parte della fascia tirrenica reggina; Calabria 5 comprende l’area metropolitana di Reggio Calabria e la restante parte della fascia jonica reggina.

COME SI VOTA?

Tutti questi calcoli non si ripercuoteranno sulla scheda elettorale. Quando andremo alle urne riceveremo – come sempre - due schede: una rosa per la Camera ed una gialla per il Senato. Nell’urna però si potrà esprimere il proprio voto in maniera differente.

Va detto subito che non è previsto il voto disgiunto: non si potrà dunque votare per un candidato all’uninominale e scegliere poi un partito differente. Nè sarà possibile esprimere una preferenza specifica per i candidati ai colleggi plurinominali, visto che la loro elezione avviene in ordine di presentazione. In tali casi, la scheda sarà considerata nulla.

L’elettore potrà tracciare una X sul simbolo del partito che intende votare, oppure sul nominativo. Si può anche procedere inversamente, votando dunque la coalizione: in tal caso il voto sarà ripartito tra tutte le liste che la compongono.