Detenuti, Mancuso: “Presto la Calabria avrà il garante regionale”

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"Gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria hanno diritto di svolgere il loro lavoro in sicurezza". Inizia così una nota del presidente del consiglio regionale Filippo Mancuso, che esprime "la solidarietà del Consiglio regionale, dopo quanto accaduto nelle carceri minorili di Catanzaro con tre ragazzi che hanno appiccato un incendio sfiorando la tragedia".

"Resta il fatto ineludibile che è l'intero sistema carcerario italiano che ha bisogno di attenzioni non saltuarie e improvvisate, ma sistematiche e pianificate con l'urgenza che la condizione di sovraffollamento degli istituti richiede" prosegue Mancuso, che annuncia: "Il Consiglio, da parte sua, subito dopo il voto del 25 settembre, insedierà il garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, a cui chiederà di approntare una relazione sulle condizioni del pianeta carceri calabrese".

"Una base di dati, questioni e vicende, problemi vecchi e nuovi che ci consentirà di avere il quadro aggiornato delle condizioni dei detenuti nei dodici istituti calabresi e dei problemi della Polizia Penitenziaria, con l’obiettivo di contribuire alla loro soluzione e a rendere meno evanescente il principio costituzionale secondo cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato ed al suo successivo reinserimento nella società" aggiunge. "Dalla prima relazione sulle carceri calabrese, dedicata alla governatrice Jole Santelli prematuramente scomparsa e rassegnata nel 2020 dall’allora garante, si evince che le carceri calabresi, nonostante le molte disfunzioni, sono riuscite a reggere all’urto dell’emergenza Coronavirus".

"La relazione ha evidenziato come i due terzi dei detenuti in Calabria non siano mafiosi: molto spesso si tratta di giovani, di donne, stranieri, tossicodipendenti, autori di reati contro il patrimonio oppure con problemi psichici. Il sistema si mantiene al limite della capienza e ha necessità di interventi strutturali e anche di rafforzamento del corpo di Polizia Penitenziaria, come lo stesso capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria aveva annunciato" conclude Mancuso. "Sulle annose criticità, riferite all’assistenza sanitaria ed al sovraffollamento che genera effetti negativi sul fronte trattamentale, ma anche in riferimento alla nota e più volte segnalata carenza di personale di Polizia Penitenziaria, giuridico-pedagogico, sanitario e infermieristico, Governo e Parlamento debbono incominciare a dare segnali risolutivi".