Infermiere aggredito nell’Ospedale di Locri. Opi: istituire posto fisso di polizia
Dopo l’ennesima aggressione avvenuta nel pronto soccorso di Locri, dove un infermiere è stato vittima delle furia dei familiari di una donna accompagnata in ospedale, si registra la presa di posizione dell’Opi, l’Ordine professionale della categoria delle sede provinciale di Reggio Calabria che ha voluto esprimere la propria solidarietà al collega.
L’episodio, verificatosi nel pomeriggio di venerdì scorso, 19 agosto, “ha visto un infermiere investito da cieca violenza, perpetrata da ben tre individui, mentre compiva il proprio dovere fra le innumerevoli difficoltà che attraversa la Sanità sul nostro Territorio” esordiscono dall’Ordine.
I presunti responsabili, tre persone di un comune vicino, poi sottoposte a fermo, avrebbero reagito al divieto d'ingresso che gli sarebbe stato imposto dall’infermiere che, dopo esser stato malmenato, ha riportato delle lesioni guaribili in 20 giorni.
“Nessuna motivazione - prosegue la rappresentanza della categoria - può giustificare simili atteggiamenti contro operatori che fanno il possibile (spesso anche di più) per garantire un servizio con la necessaria professionalità”.
L’Opi, nell’esprimere gratitudine alle Forze dell’Odine per aver identificato subito i presunti autori dell’aggressione, sostiene però di temere che la repressione, da sola, non basti: “è necessario ed urgente – afferma - istituire un posto fisso di Polizia all’interno del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Locri, che ormai, per frequenza e gravità delle aggressioni, rappresenta, per gli operatori sanitari, uno dei luoghi più pericolosi sull’intero territorio nazionale”.
La speranza è quindi quella di vedere tutelato maggiormente il diritto degli operatori sanitari a svolgere il proprio lavoro, “già di per sé impegnativo,” in tranquillità e sicurezza.