Erosione costiera: perché, azioni e prospettive

Catanzaro Attualità

Lo scorso 12 Agosto l’Associazione Primavera Andreolese ha organizzato al Lido La Sirena di Sant’Andrea Marina, un incontro-dibattito dal titolo “Erosione costiera: perché, azioni e prospettive”. Un incontro con il Prof. Geologo Rocco Dominici dell’Unical Dipartimento Biologia, Ecologia e Scienze della Terra, a cui hanno partecipato tra gli altri l’Ingegnere Olga Saraco della Regione Calabria ed il sindaco di Sant’Andrea Jonio Nicola Ramogida.

"Torniamo oggi a parlare - continua la nota di resoconto dei promotori - di erosione costiera perché riteniamo, in considerazione della gravità dello stato delle nostre coste, che sia necessario e doveroso tenere alta l’attenzione continuamente perché solo se con cognizione e volontà comune delle popolazioni del nostro versante jonico, sarà possibile trovare le soluzioni per cercare di rallentare un fenomeno come l’erosione che se pur naturale è stato accelerato da una gestione poco lungimirante delle coste, da scelte consapevoli o meno che stanno creando una trasformazione del territorio poco compatibili con le dinamiche di equilibrio degli ecosistemi marini e terrestri.

Da più di 50 anni i fenomeni di erosione che interessano tutto il bacino del mediterraneo sono sistematicamente studiati ed analizzati, in Italia il 46% delle coste sabbiose ne è interessato con picchi del 60% in Calabria, in media in Italia si sono persi circa 23 metri di profondità di spiaggia mentre nella sola spiaggia di Sant’Andrea si sono avuti picchi di arretramento di circa 150 metri, con un’accelerazione impressionante dopo la costruzione del porto di Badolato e la successiva realizzazione del pennello realizzato a protezione della spiaggia di Isca.

Abbiamo sottolineato che l’allarme sull’erosione deve vedere tutte le comunità coinvolte poiché si tratta di un fenomeno che inciderà non solo sull’economia dei Balneari, ma sull’intera gestione e programmazione delle fascia costiera a tutti i livelli, da quello urbanistico edilizio (nuova pianificazione delle infrastrutture e degli impianti di urbanizzazione primaria), a quello edilizio/patrimoniale (nuove fasce di rispetto ecc. Cc.), al comparto agricolo che vedrà progressivamente la salinizzazione dei pozzi, ad una differente percezione e rapporto tra essere umano e paesaggio costiero che modificherà anche le nostre abitudini di vita.

Nel corso del suo Intervento il Prof. Dominici anche con l’ausilio di immagini ha definito il fenomeno dell’erosione e delle sue cause:

Cause Naturali: Innalzamento del livello del mare; Variazioni climatiche; Subsidenza; Terremoti; Frane.

Cause Antropiche: variazioni dell’uso del suolo; Riduzione apporti fluviali alterando il Bilancio Sedimentario di un’area Costiera (Bsc) (ce è un Modello concettuale che descrive l’equilibrio tra apporti ed uscite dei sedimenti su uno spazio 4D (X,Y,Z ed il tempo). Il BS varia in funzione dell’area e tempo, la Regimazione idraulica; le dighe; l’Urbanizzazione dove le opere rigide come un muro aumentano l’energia del backwash (flusso discendente) incrementando la capacità di erosione; Riduzione delle portate dei corsi d’acqua; Variazioni climatiche ed innalzamento del livello del mare.

Definendo anche gli scenari per la Variazione prevista del livello medio globale del mare nel XXI secolo rispetto alla media del 1986-2005 e gli interventi urgenti da effettuare prima che le previsioni più catastrofiche si palesino, come la protezione, ripristino del sistema dunale; i ripascimenti costieri; la manutenzione delle opere; progettazioni o riprogettazioni di waterfront sostenibili/rigenerazione urbana, riqualificazione ambientale e paesaggistica; Ripristino del trasporto solido dei torrenti, fiumi, fiumare.

Sollecitato dal pubblico sul ruolo avuto dal porto di Badolato sul livello di erosione attuale, il Prof. Dominici ha fatto vedere che l’accumulo di sabbia verificatosi a sud del porto nel periodo 2001/2019 ha determinato un avanzamento della linea di riva massimo di 150 m; un incremento della superficie costiera di circa 162.000 mq. Circa, simile alle quantità erose sul litorale andreolese. Sottolineando l’importanza che hanno anche le piccole infrastrutture portuali sul turismo ha sostenuto che tali strutture devono essere soggette ad una costante manutenzione ordinaria attraverso il dragaggio ed il successivo ripascimento nelle zone erose limitrofe.

Il sindaco Ramogida, intervenendo, ha definito il ruolo e le azioni intraprese dalla sua Amministrazione perché il litorale andreolese fosse compreso negli interventi di protezione della costa programmati dalla Regione Calabria, fino ad oggi esclusi per l’assenza alle Conferenze dei Servizi indetta dalla Regione della precedente amministrazione comunale, ed insieme all’Ing. Olga Saraco hanno ripercorso l’iter tortuoso che ha permesso di inserire i lavori per la nostra spiaggia tra le opere cantierabili. L’ing. Saraco ha anche evidenziato come siano importanti incontri come quello indetto dall’Associazione Primavera Andreolese, in cui vengono rappresentati e discussi i problemi e le soluzioni attuabili ritenendo fondamentale l’opera di informazione e coinvolgimento della società civile perché tali problematiche possono essere affrontate solo insieme e non d’imperio.

Gli interventi di difesa costiera, realizzati per salvaguardare le coste dai fenomeni di erosione e allagamento, in diversi casi possono ostacolare la libera propagazione del moto ondoso e causare alterazioni nelle aree costiere limitrofe. In generale, oltre a proteggere la costa, gli edifici e le infrastrutture in prossimità delle aree di intervento, la realizzazione di opere di difesa provoca alterazioni del trasporto litoraneo, tipicamente caratterizzati da accumuli nella zona protetta e perdite nelle aree limitrofe. Occorre, dunque, pianificare gli interventi di difesa non come opere singole, ma come componenti di un sistema complessivo di difesa, da studiare nella scala dell’unità fisiografica, al fine di limitare ogni possibile effetto, diretto e indiretto, sull’ambiente costiero (erosione, esondazione, intrusione del cuneo salino, alterazione degli habitat preesistenti, ecc.).

Non esiste, in generale, l’opera “migliore in assoluto”. Caso per caso, in funzione degli obiettivi della pianificazione costiera.

Riteniamo come Associazione che ben vengano gli interventi temporanei di difesa costiera ma è indispensabile che questi debbano essere costantemente monitorati e mantenuti onde evitare errori come quelli commessi nell’eccessiva profondità del Pennello realizzato ad Isca ora ridotto, ma che sia fondamentale intervenire sulle cause antropiche che hanno accelerato l’erosione in questi ultimi anni. Trasformare il porto di Badolato in modo da permettere un flusso naturale dei sedimenti, manutenzione del territorio retrostante con particolare attenzione alla manutenzione e ripristino dell’officiosità idraulica dei fossi e dei torrenti, attenta pianificazione territoriale che preveda i fenomeni in atto e non li amplifichi, attuare comportamenti virtuosi per ridurre l’emissione di gas serra. Si sollecitano le autorità amministrative a considerare la complessità del fenomeno in tutti i suoi aspetti, in particolare la Regione Calabria a rivedere costantemente i progetti in corso di attuazione e quelli programmati in relazione alle reali situazioni locali e nella totalità anche considerando interventi di difesa alternativi alle strutture rigide sin ora adottate, sistemi che già in altre regioni vengono sperimentati con notevole successo, e non da ultimo esprimiamo vera sorpresa e rammarico per le scelte Politiche di Pianificazione Regionale adottate sin ora, che per un problema così totalizzante per la Calabria abbiano escluso interventi sui territori assenti, per ignavia, poca sensibilità ecc, dalle Conferenze dei Servizi istituite di alcuni Sindaci. Il paesaggio costiero è un patrimonio dell’intera comunità regionale, può essere affrontato solo globalmente, pensare di intervenire su un territorio ed escludere quello limitrofo porta solo ad azioni che amplificano i fenomeni di erosione sino alla soglia della fase di non ritorno che renderanno vani gli altri interventi attuati.