Abusivismo edilizio: beni per 300.000 euro sequestrati dal Cfs

Vibo Valentia Cronaca

Beni immobili per un valore di oltre 300.000 euro sono stati sequestrati a Rombiolo (VV) dagli Agenti del Comando Stazione del Corpo Forestale di Spilinga (VV) nell'ambito di un'operazione di polizia ambientale, finalizzata al contrasto dell'abusivismo edilizio. L'operazione si e' conclusa con la denuncia in stato di libertà di un imprenditore agricolo, residente nello stesso comune. I fatti risalgono a pochi giorni fa quando gli uomini del CFS si sono recati in località Murici per effettuare un controllo sulla regolarità di alcuni manufatti di recente realizzazione. Nel mirino degli Agenti sono finiti un grosso capannone adibito a ricovero per attrezzature e mezzi meccanici e un manufatto adiacente destinato ad ufficio, entrambi riconducibili ad una nota impresa edile della zona. Il proprietario del terreno, F.F.A. di 52 anni, residente a Rombiolo, dopo essere stato sentito dagli Agenti, non e' stato in grado di esibire alcun titolo autorizzativo relativo agli immobili insistenti sull'area di sua proprietà. Le successive indagini, espletate al competente ufficio tecnico del comune di Rombiolo, hanno evidenziato che le opere in questione, ricadenti peraltro in zona classificata "E verde agricolo" del piano regolatore generale del comune di Rombiolo, non erano mai state autorizzate da alcun permesso a costruire o concessione edilizia. Un contributo fondamentale alle indagini lo ha fornito l'uso di strumentazione GPS e la consultazione di aerofotogrammetrie della zona, strumenti tramite i quali e' stato possibile risalire, con minimo margine di errore, all'epoca di realizzazione delle opere in questione. In seguito alle risultanze investigative, gli Agenti della forestale, d'intesa con il magistrato di turno presso la Procura di Vibo Valentia, hanno posto sotto sequestro penale le opere abusivamente realizzate, deferendo alla competente Autorità Giudiziaria il proprietario dell'area che dovrà ora rispondere di violazione al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia. In particolare, sono stati apposti i sigilli ad un capannone di circa 500 metri quadrati per un'altezza di circa 6 metri, realizzato con struttura portante in ferro e tetto a due falde con copertura in lamiera gregata, destinato al ricovero di numerosi mezzi meccanici (camion, escavatori) risultati essere di proprietà dell'impresa edile facente capo alla moglie dell'indagato e ad un manufatto ad un livello, aderente al capannone, avente una estensione di circa 150 metri quadrati, composto da 5 vani e servizi igienici, finemente rifinito, al cui interno vi si trovano gli uffici della medesima ditta. Tuttavia, al fine di consentire il normale svolgimento dell'attivita' lavorativa da parte dell'impresa stessa, in cui peraltro trovano occupazione diverse maestranze, le' stata concessa la facoltà d'uso dei locali posti sotto sequestro, proprio per impedire eventuali danni economici derivanti dall'esecuzione del provvedimento stesso.