Fanghi industriali smaltiti intorno all’azienda, sequestrata fabbrica di laterizi

Cosenza Cronaca

Un sospetto traffico illecito di rifiuti riguardante, in particolare il territorio di Corigliano-Rossano, è alla base di un provvedimento cautelare emesso a carico di due persone e del contestuale sequestro di un’azienda che opera nel settore della produzione di laterizi.

La misura, emessa dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia locale, arriva al termine di una investigazione eseguita dai carabinieri Forestale.

Tutto parte da una denuncia per odori molesti e di una presunta attività illecita di gestione di rifiuti, su cui hanno indagato i militari dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale bruzio, che hanno fatto ricorso anche ad intercettazioni audio e video, pedinamenti e ad un minuzioso riscontro documentale.

Gli investigatori, dunque, sostengono che i titolari della società, a fronte di un’autorizzazione che gli consentiva di trattare fanghi industriali per la produzione di laterizi, avrebbero smaltito illecitamente ingenti quantitativi di fanghi industriali nei terreni circostanti lo stabilimento, realizzando di fatto, un’enorme discarica di rifiuti speciali.

Si ritiene che siano stati così accumulati sui terreni di pertinenza dell’azienda poco meno di 19mila tonnellate di fanghi provenienti da aziende non solo della Calabria ma anche della Campania, Valle d’Aosta, Basilicata, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia. L’ipotesi è che siano stati scaricati 623 cassoni colmi di fanghi per un totale di 491 trasporti realizzando così un sito di deposito e smaltimento illecito.

Secondo gli inquirenti i fanghi in arrivo, anche senza le caratteristiche chimico-fisiche imposte dalla normativa tecnica e di odore sgradevole, anziché essere trattati per ottenere dal materiale conferito la cosiddetta “Ecoargilla”, sarebbero stati mescolati direttamente con altri fanghi con quantitativi minimi argilla, per poi esser smaltiti, appunto, sui terreni a fondo naturale dell’azienda. L’ingente quantitativo di rifiuti ha determinato una modifica della morfologia creando importanti rialzi. Le attività investigative hanno portato a stimare un incasso superiore al milione di euro annuo per il conferimento dei fanghi.