Rossano. Tanti i fedeli per la processione di San Bartolomeo

Cosenza Attualità Antonio Le Fosse

Tanti fedeli, venerdì 11 novembre, hanno partecipato ai festeggiamenti religiosi in onore di San Bartolomeo (compatrono di Rossano). Alle ore 17, nella Parrocchia di San Bartolomeo che si trova nel quartiere "Traforo" in Rossano centro, è stata celebrata la Santa Messa presieduta da monsignor Luigi Renzo (Arcivescovo emerito della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea).

La funzione religiosa è stata animata dai canti religiosi eseguiti, magistralmente, dal coro parrocchiale e della Cattedrale diretto dal maestro Luigi Pignataro. monsignor Renzo, nel corso della sua omelia, si è soffermato sul tema della prima lettura del Vangelo e sulla figura di San Bartolomeo (discepolo di San Nilo Abate). In seguito, poi, si è dato vita alla tradizionale Processione del Santo per le vie del popoloso rione.

Al rientro, invece, ci sono stati i fuochi pirotecnici dinanzi al piazzale della chiesa offerti dai parrocchiani: Giovanni De Simone e Maria Acri. Il parroco don Franco Romano, a conclusione della Processione, ha voluto ringraziare, pubblicamente, il Comitato parrocchiale, coloro i quali hanno portato la statua per le vie del popoloso quaritiere Traforo, quanti si sono prodigati ed hanno dato il loro contributo per la realizzazione della festa in onore di San Bartolomeo, monsignor Luigi Renzo che ha celebrato la Santa Messa, il reporter Antonio Le Fosse per aver documentato l'evento, la Polizia municipale ed i tanti fedeli che hanno partecipato ai festeggiamenti religiosi in onore di San Bartolomeo (compatrono di Rossano).

Di seguito diamo cenno inerente alla figura di San Bartolomeo: “Nacque a Rossano nel 980 circa da una nobile famiglia discendente da Costantinopoli. Venne battezzato con il nome di Basilio, manifestando sin da piccolo molto interesse per la vita religiosa. A sette anni venne affidato dai genitori ai monaci del monastero di San Giovanni Calibita di Caloveto dove ricevette un’istruzione così profonda da superare i colleghi.

Dopo cinque anni si recò a Vallelucio, presso Montecassino, dove in quel monastero vi era San Nilo, dal quale non si allontanò più. Nel 994 lo seguì a Serperi (Gaeta) dimorandovi per dieci anni, osservando digiuni e astinenze. Bartolomeo e Nilo, dopo sei nni, si recarono a Roma per ottenere pietà dal Papa Gregorio V° nei confronti di Giovanni XVI° (nato a Rossano) autoproclamatosi Papa. La missione, purtroppo, non ebbe però l’effetto sperato, poiché Filogato, dopo atroci tormenti, morì in carcere.

Nel 1004 muore Nilo a Grottaferrata. Qui Bartolomeo fece costruire il monastero e la chiesa dedicata alla Madonna consacrata da Papa Giovanni XIX° nel 1024. Intervenne anche ai Sinodi romani del 1036 e 1044 in cui diede prova anche di ottime capacità diplomatiche, riuscendo a placare i dissidi nati tra il Duca Adenolfo e il Principe di Salerno. Fu molto amico dei pontifici Benedetto VIII° e Benedetto IX°, riuscendo a convincere ad abdicare quest’ultimo, che si ritirò poi nel monastero di Grottaferrata. Bartolomeo morì forse nel 1055. Venne sepolto accanto a San Nilo nella cappella a loro intitolata nel monastero laziale. I loro resti rimasero a Grottaferrata fino al 1300, dopo questa data è scomparsa ogni traccia delle loro reliquie. Bartolomneo, copista di molti codici, è considerato il più grande innografo del secolo XI.

Fra le sue opere, cui si ispirarono anche gli altri scrittori del secolo successivo, ricordiamo il “Typicon”, codice liturgico-disciplinare per il monastero; ma quella che è definita come la principale è la biografia (Bios) di San Nilo. Tutta la sua produzione letteraria in manoscritti è tuttora raccolta a Gottaferrata. Di San Bartolomeo rimane una biografia di modeste proporzioni, il cui autore probabilmente sembra essere un monaco suo discepolo. Nel 1864 venne edita la terza biografia del Santo a cura del Cardinale Mai, nella quale è posta in evidenza l’opera benefica di Bartolomeo per la riforma della Chiesa, insieme ad altre future “colonne ecclesiastiche” dell’epoca tra cui: Lorenzo di Amalfi, Ugo di Farfa, Pietro di Silvacandida e Ildebrando di Soana, poi pontefice con il nome di Gregorio VII.

Nella biografia del Santo, inoltre, si narra anche un miracolo che sottolinea il suo amore per i poveri, accaduto pochi anni dopo la morte. Il protagonista di questo evento è un monaco di nome Franco il quale, in fin di vita ed incapace di parlare, guarisce miracolosamente. Costui raccontò ai confratelli che, nel sonno, aveva visto due colombe, una bianca e una nera, avvicinarsi a lui e guidarlo in un campo pieno di luce in cui vi era Bartolomeo con una moltitudine di poveri. A tutti diede del pane, entrando poi in un bellissimo palazzo nel quale vi era una donna di irripetibile bellezza, cioè la Vergine Maria.

Qui Bartolomeo rivolgendosi al monaco Franco lo consiglia di ricordare ai rimanenti monaci di Grottaferrata di essere misericordiosi nei confronti dei poveri. La festa di San Bartolomeo è celebrata a Rossano e Grottaferrata l’11 novembre. Nel 1858 venne estesa a tutta la Calabria”.

I tanti cittadini rossanesi, ancora oggi, rimangono devoti a San Nilo e San Bartolomeo che sono, rispettivamente, patrono e compatrono di Rossano.