Legge sul gioco, la Sapar difende la norma: “Salverebbe posti di lavoro”
"Alcune notizie false apparse su comunicati stampa ed articoli su media locali, hanno indotto il Consiglio regionale della Calabria a ritenere l’approvazione delle modifiche alla Legge Regionale 9/2018, come un atto di liberalizzazione indiscriminata delle attività di raccolta del gioco d’azzardo. Niente di più sbagliato e pericoloso". Questo il pensiero di Domenico Distante, presidente della Sapar, che si schiera a favore della norma presentata dalla Regione Calabria.
"La proposta permetterebbe di aprire sale giochi in qualsivoglia posizione, anche in prossimità di luoghi sensibili? Falso" spiega Distante. "La proposta non consente di aprire ulteriori punti di raccolta di gioco, ma si limita ad uniformare le distanze di rispetto dai luoghi sensibili già individuati dalla norma eliminando la attuale distinzione tra comuni in base alla popolazione e limita le licenze a quelle già rilasciate al 28 aprile 2018".
"La norma liberalizza gli orari del gioco consentendo la raccolta H24. Falso. La proposta non liberalizza gli orari di gioco, ma delega i sindaci, che ne hanno la competenza, alla loro individuazione come già previsto dalla normativa nazionale e come affermato dalla Corte Costituzionale" prosegue. "Obiettivamente sconcerta dover rilevare che l’Anci Calabria non abbia fiducia nella capacità dei Sindaci Calabresi di fare buona amministrazione del proprio territorio e chieda alla Regione di surrogarsi in tale potere, senza accorgersi che una previsione generale per tutto il territorio regionale sarebbe del tutto priva di quel margine di adeguamento alle realtà locali (ad es. tra località rurali e turistiche, tra periodi diversi dell’anno, ecc.) che solo i sindaci possono garantire".
"I cittadini Calabresi spendono nel gioco oltre 2 miliardi annui? Falso" argomenta ancora Distante. "Il dato è stato artatamente riferito agli apparecchi da gioco (unica offerta colpita dalla norma), anche se è relativo a tutti i giochi pubblici, peraltro la raccolta non equivale alla spesa per i giocatori, che è meno di un terzo della raccolta (non si tiene infatti conto della distribuzione di vincite minimo del 65% delle giocate e della percentuale di oltre il 24% che è trattenuta dall’Erario)".
"Ricordiamo che il settore del gioco pubblico garantisce in Calabria oltre 8 mila posti di lavoro che l’attuazione della legge regionale senza opportune ed urgentissime modifiche, rischia di far sparire quasi del tutto. Ma non sono solo i posti di lavoro ad essere a rischio, ma anche la sicurezza e la salute dei cittadini calabresi, in quanto eliminare l’offerta legale non fa altro che regalare il mercato all’offerta illegale e alle organizzazioni criminali" dichiara ancora l'associazione. "Non modificare la norma avrebbe come ineludibile conseguenza il dilagare di offerta di gioco non controllata, più pericolosa per i giocatori, difficile da individuare e contrastare, ma soprattutto il rafforzamento delle organizzazioni criminali del territorio ed un grave danno erariale".
"Approvare la norma vuol dire evitare almeno queste conseguenze negative, senza creare l’occasione di un ampliamento dell’offerta. Non approvare la norma equivale a firmare - con il proprio nome - migliaia di lettere di licenziamento, favorire la criminalità organizzata, arrecare un danno economico allo Stato e, soprattutto, esporre la salute dei cittadini Calabresi (oggi male informati su quanto sta accadendo) ad ulteriori ed imprevedibili rischi" conclude. "La Sapar continuerà la sua battaglia a tutela dei gestori degli apparecchi da intrattenimento con e senza vincite in denaro e delle piccole e medie imprese operanti in Calabria, confidando che il Consiglio regionale possa approvare la proposta di legge che ha già avuto il via libera dalle commissioni consiliari, salvaguardando così le imprese, i lavoratori e la sicurezza dei cittadini".