Inchiesta Farma Trash, tornano completamente liberi medico e la moglie
Il Gip del Tribunale di Castrovillari ha rimesso in totale libertà il dottore Sergio Cantafio e la moglie Petronela Blanariu, entrambi sottoposti ai arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta “Farma Trash” (QUI).
Si tratta dell’operazione portata a termine lo scorso mese di novembre che ipotizza l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, compiuta con la redazione di false ricette mediche (QUI) per costose specialità medicinali che, secondo l’accusa, sarebbero state prescritte al solo scopo di percepirne il relativo profitto grazie al rimborso totale delle spese da parte del Ssn.
L’ipotesi degli inquirenti è che il medico, con l’aiuto della moglie, abbia redatto le prescrizioni di farmaci attribuendole a suoi pazienti ignari, recapitandole a titolari delle farmacie ritenuti compiacenti, che a loro volta provvedevano a rifornirsi dei farmaci.
Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi (le cosiddette fustelle) dalle scatole dei medicinali e li avrebbero applicati sulle prescrizioni false così da ottenerne il rimborso dal Servizio Sanitario Nazionale.
Il dottore Cantafio è ritenuto promotore, organizzatore e partecipe della presunta associazione a delinquere: gli inquirenti sostengono infatti che come medico di base abbia promosso e coordinato l’attività del gruppo “reperendo i mezzi necessari alla realizzazione del programma criminoso”.
Il Gip, nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, aveva evidenziato una sua “particolare spregiudicatezza e capacità criminale”, sostenendo che si sarebbe dedicato alle truffe al Ssn da decenni, anche in altre aree, con la capacità di coordinare, anche senza la propria presenza fisica, tutte le attività più rilevanti e pianificare i successivi reati.
Inoltre sarebbe stato in grado di pianificare le strategie per superare i controlli e gli imprevisti avvenuti nel corso del tempo, avrebbe avuto una costante attenzione per l’espansione dei traffici illeciti, anche attraverso il reclutamento di nuovi farmacisti. Dalle indagini sarebbe poi emerso avesse legami con l’estero tali da permettere la spedizione di farmaci prescritti fittiziamente, oltre ad aver commesso altre rilevantissime truffe anche al di fuori del perimetro dell’associazione.
A Cantafio, ad inizio dicembre, il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva sostituito la misura dell’arresto in carcere con quella dei domiciliari (QUI): oggi, invece, quest’ultimo provvedimento viene sostituito invece col divieto di esercizio della professione medica per la durata di sei mesi.