Presunte truffe al Servizio Sanitario: annullato sequestro, restituiti beni a indagato
Il Tribunale del Riesame di Cosenza ha annullato il sequestro di circa un milione di euro nei confronti di un 46enne, T.G. le sue iniziali, coinvolto nell’inchiesta Farma Trash (QUI).
In particolare, i giudici hanno “cancellato” il decreto, finalizzato alla confisca, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Castrovillari, con cui erano stati disposti i sigilli a conti correnti, beni mobili registrati e beni immobili, titoli di credito fino alla concorrenza del valore del profitto che secondo l’ipotesi accusatoria sarebbe stato ottenuto tramite gli illeciti contestati.
L’indagine Farma Trash, portata a termine nel novembre 2022, ipotizza l’esistenza di un’associazione a delinquere che avrebbe truffato il Servizio Sanitario Nazionale (QUI) tramite delle false ricette mediche relative a costose specialità medicinali che si ritiene siano state prescritte solo per ottenerne il rimborso.
Sempre secondo l’accusa, il meccanismo sarebbe stato retto da una serie di prescrizioni di farmaci, mai richieste da alcun paziente, recapitate ai titolari delle farmacie coinvolte e considerate compiacenti, che si sarebbero poi rifornite dei farmaci.
Una volta ricevuti i prodotti, i farmacisti o i loro collaboratori avrebbero rimosso i bollini identificativi, le cosiddette “fustelle”, dalle scatole e li avrebbero applicati sulle prescrizioni false così da chiederne poi il rimborso al Servizio sanitario nazionale.
Nel decreto di sequestro preventivo, oggi totalmente annullato, era stata evidenziata la necessità di bloccare conti correnti, denaro, beni ed ogni altra utilità riconducibile agli indagati, data la particolare spregiudicatezza e capacità criminale contestatagli, la loro presunta dedizione alle truffe ormai decennale, anche in territori non appartenenti alla stessa giurisdizione.
Gli inquirenti contestavano ai coinvolti anche la capacità di coordinare tutte le attività più rilevanti dell’associazione e di pianificare i successivi reati, oltre che le strategie per superare i controlli e gli imprevisti avvenuti nel corso del tempo.
Inoltre, si additava agli indagati una costante attenzione per l’espansione dei traffici illeciti, anche attraverso il reclutamento di nuovi farmacisti, la sussistenza di legami con l’estero tali da permettere la spedizione di farmaci prescritti fittiziamente, oltre alla commissione di ulteriori truffe, ritenute rilevantissime, anche al di fuori del perimetro dell’associazione.
Per queste ragioni era stato ritenuto concreto ed attuale il pericolo che, a fronte del cospicuo profitto derivante dal reato contestato, prima della definizione del processo penale nel corso del quale verranno accertate le eventuali responsabilità, ciascuno degli indagati potesse compiere atti dispositivi che avrebbero potuto portare al depauperamento del patrimonio.
Il Tdr bruzio, dunque, di Cosenza, giudicando in sede di rinvio sull’annullamento operato dalla Corte di Cassazione (QUI), ha quindi accolto in toto le argomentazioni degli avvocati del 46enne, Francesco Nicoletti e Giusy Acri, annullando il sequestro operato er restituendo tutti i beni.