Morzello e demenza: quando sapore e odore aiutano a ritrovare antiche memorie
“Vogliamo dimostrare quanto sia importante stimolare le persone affette da demenza attraverso un sapore, un odore, una tradizione che aiuta a ritrovare le loro antiche memorie, sia corporee che sensoriali”: ad affermarlo è stata Elena Sodano, presidente dell’Associazione Ra.Gi. nonché ideatrice della CasaPaese per persone affette da Alzheimer e demenze neurodegenerative, dando inizio al convegno “Morzello e Demenza-Un connubio senso-emozionale tra memorie, risvegli e tradizioni”, organizzato, insieme all’associazione Antica Congrega dei Tre Colli presieduta dall’avvocato Francesco Bianco, venerdì scorso, 20 gennaio, presso la Sala Oro della Cittadella Regionale.
Un momento di confronto e approfondimento fortemente voluto da Sodano e Bianco, sostenuto da esponenti del mondo istituzionale e associazionistico del territorio, tra cui l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Catanzaro, Venturino Lazzaro, che ci ha tenuto a sottolineare “l’importanza di sollecitare l’emotività di persone affette da demenza con rievocazioni di un passato piacevole, rappresentato in tal caso da un piatto tradizionale che custodisce un’emozione condivisa. Il morzello non è soltanto carne e pomodoro, ma riporta, anche e soprattutto le menti assopite, al ricordo dei momenti conviviali in famiglia”.
Pensiero condiviso anche da Rosario Bressi, presidente dell’Arci di Catanzaro, e Pietro Falbo, presidente della Camera di Commercio Area Centrale, che hanno rinnovato il rispettivo impegno sociale nonché il supporto a quella che hanno definito “la missione di Elena Sodano per assicurare assistenza al prossimo attraverso un sistema relazionale costruito con professionalità e dedizione”.
Un ruolo fondamentale in questo percorso a sostegno delle persone affette da Alzheimer e demenze neurodegenerative è ricoperto dai geriatri, rappresentati durante il convegno dal dottor Maurizio Berardelli, presidente regionale della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia.
“Finalmente, come attesta anche l’attività dell’associazione Ra.Gi., stiamo mettendo in pratica un approccio di cura che si sofferma maggiormente sull’esistenza del paziente. La collaborazione con un team sanitario multidisciplinare e una maggiore attenzione alle abitudini e ai bisogni degli anziani ci permettono di adeguare l’assistenza nonché di realizzare quello che mi piace definire piano esistenziale individualizzato che, tra l’altro, consente di ridurre la somministrazione di farmaci” ha affermato trovandosi d’accordo con il collega geriatra Roberto La Cava.
“La demenza - ha spiegato quest’ultimo - colpisce anche l’olfatto che va sollecitato attraverso i sapori della giovinezza. In tal modo, la rievocazione del ricordo stimola le emozioni e si rivela più efficace di un antidepressivo”.
L’ambito psichico ed emozionale è stato approfondito anche grazie all’intervento dello psichiatra Mauro Notarangelo: “la memoria non è statica, è in continuo divenire. Nei nostri processi mnemonici ricostruiamo attraverso tutti i sensi, così come quando si rimescola il morzello. D’altronde siamo il prodotto della nostra memoria”.
Ad attestare l’evidenza medico-scientifica, oltre alla testimonianza di alcuni pazienti del Centro Diurno dell’Associazione Ra.Gi presenti in sala, anche la relazione del sociologo Eugenio Nisticò che ha ribadito “parlare di cibo equivale a discutere di cultura e umanità, non si sottolineerà mai abbastanza il valore del cibo come momento di relazione tra esseri umani. A livello inconscio, ciascuno di noi, molto più spesso di quanto possiamo immaginare, collega immagini e suoni transitori al proprio vissuto. Il cervello, a fronte di questi stimoli sensoriali, ricerca nel suo archivio i collegamenti col passato per aprire lo scrigno della memoria del proprio vissuto”.
Tante e variegate, dunque, le personalità intervenute condividendo una visione che, grazie a una rete sempre più consolidata, si sta trasformando in una realtà concreta. A suggellare l’evento la cena solidale “Il morzello per la Casapaese”, particolarmente partecipata presso la Trattoria “U Tamarru”, il cui ricavato sarà devoluto, appunto, in sostegno della Casapaese di Cicala.
“Quello promosso da Elena Sodano con il suo team è un modello di welfare sussidiario che, partendo dal basso, pone al centro il paziente e la famiglia con evidenti risvolti etico-sociali” ha commentato il co-organizzatore Francesco Bianco dichiarandosi orgoglioso di questa collaborazione che ha già in cantiere altri eventi a supporto della rivoluzione della cura di persone affette da Alzheimer e demenze neurodegenerative.