“Cantando con le ossa”: in scena il teatro povero del Collettivo ConimieiOcchi
Torna in scena “Cantando con le ossa”, una produzione teatrale liberamente tratta dalle fiabe di “Donne che corrono coi lupi” di Clarissa Pinkola Estés, del Collettivo ConimieiOcchi, che opera sul territorio calabrese coinvolgendo realtà internazionali in progetti di formazione e ricerca artistica e propone azioni creative multidisciplinari basate sulle metodiche di comunicazione non violenta e i processi creativi ispirati al Process-Work e al Devised Theatre.
Un doppio appuntamento da segnare in calendario sabato 4 marzo al Tip Teatro di Lamezia Terme e mercoledì 8 marzo presso l'Accademia dell'arte e della musica di Santa Sofia d'Epiro.
L’opera è frutto di un teatro ‘povero’ fatto da corpo/voce/immaginazione, con quasi nulla in scena se non un cumulo di ossa e il potere della creatività.
I suoni ancestrali di semplici strumenti, le voci, i rumori e le intromissioni sonore creano il canto delle donne, che viaggia verso la scena a sostegno delle performers nel narrato emotivo ed immaginativo.
Il pubblico è invitato ad accomodarsi in un cerchio rituale e a lasciarsi trasportare dalla narrazione delle fiabe popolari, veicolo di trasformazione intima e testimonianza di umanità.
“Il campo di ricerca è profondo, quanto sono profonde le strutture ossee nei corpi, per quante storie custodiscono, per quanto sono antichi gli archetipi delle fiabe”.
Il testo da cui l’opera è liberamente ispirata fu pubblicato nel 1992, ed è il frutto di due decenni di ricerche sulle fiabe e i miti delle diverse tradizioni culturali per indicare alle donne la via del viaggio interiore, alla ricerca della Donna Selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice, lupa ferina e al contempo materna soffocata da paure, insicurezze e stereotipi.
La sua autrice Clarissa Pinkola Estes nata da una famiglia ispano-messicana, adottata poi da una famiglia di immigrati ungheresi, ha passato la sua infanzia e giovinezza a contatto con culture diverse.
Da sempre interessata alle ricerche etnografiche, dopo aver conseguito il dottorato in etnologia e in psicologia analitica, ha attraversato la Panamericana per conoscere e raccogliere storie dei nativi americani.
Di formazione junghiana è stata direttrice del C.G. Jung Center di Denver. Specialista in eventi traumatici ha lavorato con donne e bambini integrando l’uso delle storie e delle favole nelle terapie
Il collettivo ConimieiOcchi, formato da performers, musicisti, antropologhe, pedagoghi/e, videomakers e registe, ha dedicato gli ultimi tre anni alla ricerca tra Teatro e Comunità su I Picitti, quartiere spopolato del centro storico di Acri (nel cosentino), realizzando con la popolazione tre momenti spettacolari dove le storie del Passato, Presente e Futuro hanno preso forma facendo specchio alla comunità stessa. L’ultima annualità, dedicata al Tempo Futuro, ha visto coinvolto l’Istituto Teatrale Statale del Costa Rica in collaborazione con gli Istituti Superiori di Acri.
Picitti ha aperto riflessioni profonde su ciò che resta oltre lo spopolamento umano, aprendo la ricerca al mondo vegetale e all’ambiente naturale, che sarà sviluppata dal collettivo nel 2023 in collaborazione con l’Ente Parco Sila.
Il gruppo, in seno al collettivo ConimieiOcchi, che ha lavorato sul testo è Femminino Clandestino, gruppo che dà continuità all'esperienza laboratoriale curata da Maria Grazia Bisurgi e Audrey Chessebeuf.
Nasce nel 2021 dal desiderio e necessità di portare avanti la ricerca teatrale e metodologica sperimentata negli anni e far fiorire le competenze multidisciplinari delle artiste del gruppo in opere teatrali, performance, musica, canto, video, arti grafiche.
L'intento è quello di integrare le singolarità attraverso un lavoro collettivo di creazione e facilitazione. Ogni visione, percezione, desiderio e bisogno è nutrimento per la creazione collettiva: una creatura che prende forma e vita.