Controlli delle acque reflue, scattano i sigilli per sei autolavaggi nel soveratese

Calabria Cronaca

Nei giorni scorsi l’attenzione dei militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Soverato per la tutela dell’ambiente marino e costiero è stata focalizzata sullo smaltimento delle acque di dilavamento di sei autolavaggi del circondario di Soverato.

Per tali tipologie di attività, la normativa prevede che le acque provenienti dal lavaggio degli autoveicoli, considerate quali acque reflue industriali, debbano obbligatoriamente essere convogliate in appositi impianti di trattamento e depurazione per la separazione della parte contenente i residui ed i fanghi di lavaggio.

La possibilità di immissione in pubblica fognatura delle acque depurate è subordinata al possesso dell’Autorizzazione Unica Ambientale, autorizzazione di cui, cinque delle sei attività ispezionate, sono risultate sprovviste: per tale grave mancanza oltre ad elevare la doverosa comunicazione di notizia di reato alla competente autorità giudiziaria dei titolari delle attività, gli autolavaggi sono stati posti sotto sequestro penale.

Un sesto autolavaggio, pur essendo in possesso dell’autorizzazione unica ambientale, non è risultato in regola con lo smaltimento delle sabbie e dei fanghi derivanti dal processo di depurazione, in questo caso è stata riscontrata e contestata l’attività abusiva di raccolta e deposito di rifiuti prodotti dal trattamento di reflui industriali la cui operazione di smaltimento non veniva effettuata da più di diciotto mesi superando quindi di ben sei volte il limite temporale massimo fissato dalla Legge in materia.

Nell’area di pertinenza della stessa attività è stato inoltre rinvenuto anche il deposito incontrollato sul nudo terreno vegetale di rifiuti, tra cui alcuni di natura pericolosa, gettati alla rinfusa e non separati per categorie omogenee. Per tale motivo il titolare dell’attività è stato denunciato a piede libero per la violazione alle norme del Codice dell’Ambiente.

Nel corso delle stesse operazioni, oltre alle denunce penali sono state comminate cinque sanzioni amministrative per l’importo complessivo di 12 mila e 200 euro. I relativi procedimenti pendono nella fase delle indagini preliminari