Arte italiana tra il XV e il XVI secolo, domani l’attenzione è sul Verrocchio
Domani, giovedì 30 marzo, alle 17, presso la Sala Giuffrè della Biblioteca Pietro de Nava a Reggio Calabria, prosegue il ciclo di incontri sul tema: “l'Arte italiana tra il XV e il XVI secolo: la civiltà delle botteghe” promosso congiuntamente, con il patrocinio del Comune, dall’Associazione Culturale Anassilaos, dall’AIParC (Associazione Italiana Parchi Culturali e dalla Biblioteca “Pietro de Nava”).
Tema del secondo incontro “Andrea del Verrocchio (Maestro di Perugino, Botticelli e Leonardo): La bottega di un orafo, pittore, scultore e tecnologo”.
Interverranno Irene Calabrò, Assessore Cultura Comune di Reggio Calabria; Irene Tripodi, Presidente Nazionale AIPARC; Stefano Iorfida, Presidente Associazione Anassilaos; Daniela Neri, Responsabile Biblioteca De Nava.
La relazione sarà tenuta da Salvatore Timpano, esperto d’arte e Direttore del Dipartimento Arte e Patrimonio Culturale Materiale e Immateriale AIPARC.
Andrea del Verrocchio, fiorentino (1435 -1488), scultore e pittore, fu maestro di grandi artisti come Botticelli, Perugino e Leonardo. Nella sua bottega, una delle più attive e frequentate a Firenze ai tempi di Lorenzo dei Medici, si realizzavano, a seconda delle richieste dei committenti, dipinti, busti, bassorilievi, monumenti funebri, fontane ornamentali, fibbie per paramenti sacri, coppe, vasi finemente cesellati e perfino la gigantesca sfera che corona La lanterna della cupola brunelleschiana fu realizzata nel suo laboratorio.
Fu certamente il maggiore artista attivo a Firenze dalla metà degli anni 60 del 400 grazie al favore indiscusso dei Medici ed il suo ingegno multiforme e versatile, sempre alla ricerca di nuove soluzioni formali e tecnologiche, si andava distanziando dal lascito dell'eredità dei grandi maestri come Masaccio Brunelleschi e Donatello.
La produzione pittorica del Verrocchio fu piuttosto scarna e talvolta influenzata dagli allievi (vedi il famoso Battesimo di Cristo degli Uffizi). Decisamente più brillante fu la produzione scultorea dell’artista che nelle sue opere in bronzo e in marmo realizzò quell'equilibrio tra composizione colta e perfezione formale che gli garantirono grande successo presso la corte medicea: il monumento funebre di Piero e Giovanni dei Medici, il suo David in bronzo, ma soprattutto il grande capolavoro del Verrocchio: La dama col Mazzolino con le mani delicatissime raccolte sul petto che mostrano quanto fosse diventato già fecondo lo scambio di idee tra Verrocchio e Leonardo che all'epoca della realizzazione della dama aveva abbandonato la Bottega del maestro per diventare un artista autonomo.