Soggetti fragili e prevenzione sanitaria, nel crotonese parte il Progetto Cura
Realizzare attività di formazione, sensibilizzazione e interventi assistenziali dedicati alla prevenzione e all’accessibilità alle cure sanitarie, in relazione ai nuovi bisogni emersi nella fase post-emergenziale Covid 19.
Sono gli obiettivi del progetto Cura (QUI), ovvero Care Unit Resilience & Assistance, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociale e della Regione Calabria e che vede coinvolte a Crotone l’Associazione Sabir, l’Associazione Volontari di strada e l’Associazione Protezione Civile e Sanità di Caccuri.
La provincia pitagorica, viene spiegato dalle associazioni, è un territorio difficile sia dal punto di vista sociale che economico e la pandemia non ha fatto altro che acuire le problematicità che il territorio già vive.
Il progetto nasce da un'attenta osservazione dell’area sugli effetti e le ricadute che la pandemia ha generato nella popolazione più fragile, con la volontà di intervenire attraverso attività di socializzazione e informazione della comunità in un’ottica di conoscenza e prevenzione.
A seguito di una prima fase di screening attraverso la somministrazione di questionari conoscitivi al fine di intercettare i bisogni delle fasce di popolazione più fragili, l’ambito assistenziale prevede l’acquisto e la consegna di kit igienico sanitario, alimenti, prodotti per l’igiene o farmaci a quanti si trovano in situazioni di fragilità sociale ed economiche, dall’altro lato si vuole puntare l’attenzione su attività di sensibilizzazione e informazione su aspetti essenziali della salute e la programmazione di visite mediche specialistiche.
Il progetto vuole creare un impatto positivo sulla vita dei destinatari potenziando, mantenendo e compensando le mancanze relative alla sfera personale sia dal punto di vista materiale sia dal punto di vista delle conoscenze basilari in tema di prevenzione e cura di se stessi.
Oltre all’aspetto materiale si punta alla trasmissione di contenuti e messaggi di informazione e coesione per la comunità intera, che ha bisogno di riattivare canali di comunicazione e di solidarietà.
La drammatica e difficile esperienza della pandemia deve diventare un'occasione importante per ripensare il nostro modo di intervenire nell’assistenza sanitaria, nel ripensare i modelli del welfare e di cooperazione fra pubblico e privato, in particolare il privato sociale.
È grazie infatti alla rete di associazioni di volontariato ed enti del terzo settore che è stato possibile mitigare gli effetti avversi della pandemia. Tale ricchezza di interventi e potenzialità deve poter divenire sistema a servizio della comunità.