Locri. I detenuti realizzano libri sensoriale per bambini disabili: mercoledì la donazione
Mercoledì 10 maggio, alle 11, presso la cittadella vescovile di Locri, nella sala dell'arazzo, saranno donati i libri sensoriali per i bambini disabili e normodotati e realizzati dai detenuti della casa circondariale locale al reparto di pediatria dell’ospedale cittadino.
Alla consegna saranno presenti Carmela Salvatore, Presidente dell’Associazione Culturale Arteterapia Zefiroart; Salvatore Galluzzo, Assessore alla Cultura di Gerace; Giuseppe Mantella, Direttore Deputazione Cittadella Vescovile delegato Area Educativa Casa Circondariale di Locri; Antonio Musolino, Primario Reparto di Pediatria di Locri
“Libri sensoriali per bambini disabili e non” è un’iniziativa che si affianca a molti altri progetti interessanti, tutti realizzati grazie al lavoro dei detenuti.
“I libri sensoriali per bambini disabili e normodotati – spiega Carmela Salvatore, presidente di Arteterapia - sono il riconoscimento del lavoro svolto dai detenuti del Carcere di Locri. Sono un’esperienza forte, dunque ci hanno convinto. Entrare in un carcere ci permette di vedere un mondo escluso, un mondo di sofferenza in cui le persone che si incontrano spesso mostrano grande rispetto e motivazione per il lavoro proposto”.
Il progetto è nato mescolando la passione dei laboratori per l’infanzia di ‘Favole e Fiabe” assieme all’esperienza di volontariato all’interno del carcere.
La sua realizzazione, all’inizio, non era stata così scontata. L’accesso dei vari materiali necessari alla realizzazione dei libri sensoriali illustrati, all’interno di questa struttura carceraria è infatti difficile.
“Molti oggetti da introdurre – prosegue Salvatore - non sono consentiti e settimanalmente bisogna presentare l’elenco degli oggetti e dei materiali da usare perché vengano autorizzati. Dopo avere ascoltato indicazioni, letture e guardato video tutorial di una selezione di libri, i detenuti (un gruppo maschile eterogeneo per età, per cultura, provenienza sociale ed etnica) hanno deciso quali storie realizzare. Dunque, sono nati i libri in pannolenci, stoffa e carta che raccontano, insegnano e fanno giocare i bambini”.
In questa circostanza si è utilizzato il libro come mezzo per il fine ultimo che è il diritto di ognuno di imparare e che in questo caso è anche un modo per abbattere barriere e creare legami con fili invisibili tra persone con vite completamente diverse: è una forma di inclusione nell’inclusione.
“Nel mondo degli ‘esclusi’ che è il carcere, le persone, i detenuti hanno mostrato grande riconoscenza, rispetto, motivazione a fare per riscattarsi e poter restituire qualcosa all’esterno, nello specifico donare ai bambini un’opportunità in più di conoscere la realtà che li circonda”, puntualizza la presidente dell’associazione.
“Come da un seme piantato in terra fertile da questa iniziativa potrebbero nascerne altre. La prima idea è quella di riproporre e replicare la creazione di un laboratorio stabile, la seconda è che i libri vengano riprodotti in altre copie e quindi distribuiti gratuitamente ad altrettante strutture sanitarie ed anche in istituzioni che operano per la promozione della lettura e dell’integrazione sociale e scolastica di bambini con differenti abilità”, conclude Carmela Salvatore.