Riccio capogruppo Lega Comune di Catanzaro: “Che fine ha fatto il Psc?”
"Se il ritiro, per "motivi tecnici", nella seduta dell'ultimo consiglio comunale, della proposta di delibera sulla legge regionale nr. 25 del 2022 "Norme per la rigenerazione urbana e territoriale .." ha palesato l'assoluta mancanza di "visione" del prof Fiorita e della sua amministrazione in merito allo sviluppo ed alla governance del territorio, un mistero aleggia tra le stanze dei palazzi che contano in città dove la domanda è oramai una sola: ma che fine ha fatto il Psc?". E' quanto scrive in una nota Eugenio Riccio, capogruppo Lega al Comune di Catanzaro.
"Da quando è stato eletto - continua la nota - il prof alla guida della città, infatti, il Psc sembra essere sparito, quasi per mistero, dai radar dell'amministrazione comunale e dalla sua agenda politica essendo del tutto assente il benché minimo confronto e con le parti politiche e sociali della nostra città, e, soprattutto, con i rappresentanti del Consiglio Comunale che, è bene ricordare, è l’organo supremo per quanto riguarda le politiche di programmazione, gestione e governo del territorio."
"Sarebbe allora opportuno - prosegue - che il sindaco ci dicesse se la sua amministrazione ha intenzione di ripartire dalle linee guida approvate dal Consiglio Comunale che , tra l’altro, mettono in guardia l’amministrazione Comunale laddove sottolineano che ” non è più tempo per le improvvisazioni se si vuole porre riparo ai tanti danni già causati da una inadeguata gestione urbanistica che finora è stata poco attenta al destino del proprio territorio e quindi alla qualità della vita urbana e comunitaria”, oppure, se, come si sussurra negli "anfratti" di Palazzo De Nobili, la giunta Fiorita sta preparando un blitz per sostituire gli attuali progettisti del PSC con tutto ciò che ne consegue".
"Nella indeterminatezza delle azioni della giunta Fiorita, e nella "messianica" attesa di iniziative concrete, pur non volendo essere ripetitivo sottolineando concetti più volte espressi, pubblicamente e sulla stampa, ricordo - aggiunge Riccio - che ad oggi esistono elaborati grafici redatti dai progettisti del piano poco comprensibili e soprattutto difficile o quasi impossibile da reperire, e quindi mi limiterò a richiamare solo alcune delle incongruenze che impediscono al redigendo Piano di essere un progetto chiaro, partecipato e condiviso."
"Una delle principali criticità ancora oggi presenti nella nostra Città - continua - è quella relativa alle lottizzazioni definite dai cosi detti Pau (piani attuativi unitari) e nella fattispecie all’assenza di procedure certe ed applicabili per tutto quello che riguarda le opere di urbanizzazione. Ebbene il nuovo Piano all’art. 6 comma 8 del Regolamento (Reu) sancisce solamente come le opere di urbanizzazione siano a carico del soggetto proponente l’insediamento senza proporre nessuna disposizione in merito alle tipologie ed alla procedura di acquisizione delle opere da parte del Comune!"
Riccio evidenzia che "anche al successivo art. 8 che regola la Convenzione non c’e traccia delle procedure di acquisizione delle opere da parte del Comune. Mi sono sforzato di capire attraverso le tavole di Piano quali siano le azioni da porre in essere per il cosi detto “ammagliamento” ed ho intravisto solo una serie di agglomerati ancora distanti tra loro con macchie di colore a leopardo senza poter intuire il benché minimo intento/funzionamento!"
"Idem - aggiunge - per quanto riguarda i fondi sorgente ed accipienti che dovrebbero disciplinare quell’auspicato trasferimento di volumi con i cosiddetti crediti edilizi per i quali il nuovo strumento demanda addirittura all’amministrazione comunale l’onere di predisporre uno specifico regolamento! E che dire poi dell’area più gettonata da quasi un ventennio, cioè quella di Giovino nella quale sono riposte le aspettative di uno sviluppo turistico tale da creare ricadute positive sull’intera città! Solo una laconica previsione di rafforzamento delle attività turistico-ricettive finalizzate alla tutela paesaggistica e ambientale!"
"E come scoprire l’acqua calda! Non c’è traccia di come conseguire gli obiettivi e, purtoppo, non c’è neanche traccia di quella strada di penetrazione parallela alla pineta più volte richiesta e sostenuta sia per iscritto che nelle sedute di consiglio! E come mai lo sviluppo turistico si dovrebbe stoppare sull’argine meridionale del fiume Alli? Perche non si considera anche l’area posta tra l’Alli ed il confine con il Comune di Simeri Crichi?" si domanda il capogruppo Lega.
Secondo Riccio sarebbe opportuno, "per dare più consistenza fondiaria, che il comparto turistico si estendesse fino a tale confine in virtù tra l’altro, del fatto che l’intero ambito è limitato , a giusta ragione, dai vincoli paesaggistici ed ambientali che di fatto limitano l’utilizzo di gran parte delle superfici. Poi la cosa che appare più stravagante per non dire fantasmagorica, è l’ipotesi dello spostamento del tracciato delle Ferrovie dello Stato! Un qualcosa di irrealizzabile sotto più profili. Ma questo è un Piano Strutturale o un manuale per illusionisti? Una considerazione va fatta anche per l’asse della Fiumarella dove sono previsti sei ambiti di trasformazione".
"Non basta ipotizzare la realizzazione della solita pista ciclabile e del sempre verde Parco della Fiumarella per tentare di dare slancio e sostanza ad una importante parte di città devastata da miopi logiche del passato! In quei luoghi esiste non solo una devastazione urbanistica ma soprattutto un grave disagio sociale! Perchè non si è prevista la demolizione di tanti fabbricati fantasma da anni incompleti ed inutilizzati! Ora sarebbero inutilizzabili anche dal punto di vista sismico!! E poi non c’è evidenza di azioni che possano consentire al Comune Capoluogo di relazionarsi con i comuni vicini! Andando a fondo ci sarebbero altre discrasie da evidenziare ma credo che quanto sopra esposto sia bastevole per chiedere con forza un ulteriore approfondimento con i progettisti prima che si arrivi in Consiglio Comunale", evidenzia ancora.
"I progettisti devono fare uno sforzo ulteriore affinché lo strumento che si vuole adottare abbia anche un anima e non sia solo un mero esercizio di applicazione della Legge Urbanistica proprio per evitare il rischio di una probabile ed incresciosa bocciatura. Ad oggi non ci resta che prendere atto che i temi trattati dall'ultima proposta di delibera poi ritirata in consiglio comunale appaiono come una siepe che vuole nascondere un campo arido brutto e privo di possibili "Fioriture", conclude Riccio.