La marijuana coltivata lontano da occhi indiscreti: sette indagati, in tre finiscono in manette
Tre persone arrestate, due finite in carcere e una ai domiciliari; un’altra sottoposta all’obbligo di dimora nel comune di residenza; altre tre ancora denunciate; tutte indagate per coltivazione di droga e reati ambientali.
A disporre a loro carico le misure cautelari è stato il Gip del Tribunale di Cosenza sulla scorta delle investigazioni condotte dalle fiamme gialle bruzie che con attività informative, indagini tecniche, servizi di osservazione e pedinamento, ma anche ascoltando dei testimoni, ritengono di aver ricostruito quello che hanno definito come “uno strutturato gruppo locale” che coltivava cannabis per produrne ovviamente stupefacente.
Nel corso delle indagini i militari hanno difatti sequestrato, in distinti interventi, tre piantagioni che si trovavano in delle aree impervie della provincia, difficili da raggiungere, tanto che per rintracciarle è stato necessario l’intervento dei velivoli del Corpo e anche di droni.
Le intercettazioni degli indagati avrebbero poi evidenziato come il presunto dominus, già con precedenti specifici in materia di droga, ricercasse terreni da utilizzare per la coltivazione della cannabis non solo in considerazione della loro peculiare localizzazione, ma anche in funzione del particolare stato di disagio economico dei proprietari, ai quali veniva promesso l’acquisto a breve termine degli appezzamenti.
Le piante e lo stupefacente sequestrato avrebbero reso un quantitativo stimato di 800 chili di marijuana che, venduta al dettaglio, avrebbe consentito un guadagno di circa 4 milioni di euro.