Usb Calabria: “Abbassate le armi, alzate i salari”, subito 300 euro in busta. E venerdì è sciopero generale
“Abbassate le armi, alzate i salari!”: con questo slogan l’Usb Calabria annuncia lo sciopero generale, anche nella nostra regione, venerdì 26 maggio, in cui la richiesta dei manifestanti è diretta: subito 300 euro netti di aumento in busta paga.
“Abbiamo visto in Francia, Inghilterra e Germania i lavoratori mobilitarsi a milioni contro l’ennesima aggressione alle condizioni di vita e di lavoro, per rivendicare più salario e dignità, mentre nel nostro paese continua la vera e propria guerra che da 30 anni a questa parte ci ha portato ad avere le tutele sociali tra le peggiori d’Europa” sostengono dalla segreteria regionale dell’Unione Sindacale di Base.
“In Francia Leoni, in Italia servi dei padroni” recita un altro di slogan riportato su uno striscione appeso per scherno davanti alla sede di uno dei sindacati confederali tradizionali, “che con la loro complicità ed inadeguatezza – sbottano dall’Usb - hanno svenduto tutti gli strumenti per difendere lo stato sociale, i diritti ed i salari di questo paese, a partire dalla scala mobile, che garantiva il recupero automatico dell’inflazione”.
Dalla Sigla Calabrese ricordano poi come dalla rimozione della scala mobile, l’Italia, secondo i dati Ocse, sia l’unico paese in cui il salario è crollato al -2,93% e dal 2008 i salari reali siano scesi del 12%.
“Non è un caso neanche il fatto – proseguono - che siamo un paese dal tasso di precarietà e di lavoro malpagato patologico con contratti nazionali che vedono minimi contrattuali indecenti inclusi quelli sottoscritti anche da Cgil, Cisl e Uil. Tutto questo avviene mentre ci portano via anche il salario indiretto dei servizi pubblici, ridotti ormai al lumicino con la sanità al disastro e gli altri servizi colpiti da tagli della spesa, mentre si riaffacciano gli appetiti delle privatizzazioni”.
Secondo l’Usb, dunque, oggi come mai prima i salari italiani sarebbero nuovamente sotto attacco: “la crescita smisurata dell’inflazione e l’aumento dei prezzi sta mettendo in ginocchio lavoratrici, lavoratori, pensionate e pensionati. Intere famiglie costrette a decidere se fare la spesa o pagare le bollette, mentre affitti e i mutui aumentano a vista d’occhio. Ormai è palese che l’inflazione galoppante è colpa delle aziende che trasferiscono l’aumento dei costi sui prezzi di vendita per aumentare i loro profitti”, evidenziano dal sindacato.
La Sigla punta l’indice anche contro il Governo Meloni che a suo dire opererebbe per ridurre le tutele sociali, “per rendere ancora più flessibile il mercato del lavoro e per aumentare le disuguaglianze”.
“Togliere il Reddito di cittadinanza - affermano dalla segreteria regionale - significa infatti creare un esercito lavorativo di riserva pronto a mettersi in competizione con chi lavora alle condizioni peggiori. Togliere i vincoli sull’appalto significa aumentare il dumping di salario e diritti e abbassare ulteriormente la sicurezza in un Paese che registra la media di 3 morti al giorno sul lavoro. Riformare il fisco cancellando la progressività fiscale significa tutelare i ricchi e sacrificare i ceti sociali più deboli”.
Da qui la necessità per l’Usb di percorso di forte mobilitazione, che veda come primo momento lo sciopero generale che venerdì vedrà manifestare, a partire dalle 10, sia a Catanzaro, in Piazza Rossi, che a Reggio Calabria, in Piazza Italia.