Valorizzare “dal basso” le realtà sociali, a Rende si presenta il Rapporto sulla Sussidiarietà
Sicuramente la sfida della sussidiarietà è l'occasione per ripartire ogni giorno da un realismo che nel sociale vuol dire pure aiutare a cambiare la mentalità per crescere e di cui anche la Calabria ne ha bisogno.
Con questa preoccupazione, martedì 6 giugno, alle 17,30, al BV President Hotel di Rende, verrà presentato il Rapporto “Sussidiarietà e... sviluppo sociale” a cura del presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, Giorgio Vittadini, professore ordinario di statistica all’università degli studi di Milano-Bicocca.
Porgerà i saluti il vescovo di Cassano allo Jonio e vice presidente della Cei, mons. Francesco Savino, ed intervengono gli onorevoli Giuseppe De Mita, responsabile dell’Ufficio Nucleo per la valutazione e la verifica degli investimenti pubblici - Regione Campania -, e Simona Loizzo, membro della Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione e della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, oltre il docente Unical Guerino D’Ignazio, professore onorario di Diritto Pubblico Comparato.
Brevi contributi sono affidati a Francesco Alimena, portavoce del Comitato Area Storica di Cosenza, Roberto Barletta, presidente della Fondazione Antiusura “San Matteo Apostolo”, Michele Monaco, presidente ENBAS, Giovanni Romeo, direttore del Banco Alimentare Calabria, e Francesco Sapia già deputato della Repubblica. Modera Antonio Saladino, Presidente dell’Associazione "Il Sud già e non ancora".
Un momento che tende a ricentrare, attraverso il Rapporto-studio, cosa significa e serve valorizzare l’iniziativa “dal basso” delle realtà sociali che perseguono l’interesse pubblico ed il bene comune di cui i corpi intermedi, fattori fondamentali ed essenziali per lo sviluppo della società, sono interpreti a sostegno delle persone e delle loro dignità.
Ed anche che la cultura sussidiaria contribuisce al benessere collettivo. Non a caso partecipare ad attività sociali e di volontariato migliora la qualità della vita, facilita la ricerca di un lavoro e riduce il rischio di povertà.