Contest della Fraternità: l’Iis di Cariati vince il primo World Meeting on Human Fraternity
“NotAlone”, il titolo scelto per il Primo World Meeting on Human Fraternity ci ricorda che non siamo soli! Con migliaia di giovani, trenta premi nobel, artisti del calibro di Andrea Bocelli, Hauser, Roberto Bolle, Albano, Amii Stewart e altri, in collegamento con otto piazze nel mondo, lo scorso 10 giugno, anche l’Istituto d’Istruzione Superiore di Cariati è stato presente per condividere e costruire esperienze di pace e amicizia sociale.
La delegazione, costituita dalla dirigente scolastica Sara Giulia Aiello, dalla professoressa Daniela Mancini e dallo studente Rocco Domenico Russo ha avuto il privilegio di essere ospite dello Stato Vaticano in quanto il gruppo dei quindici studenti corsisti del Pon “Insieme per la fraternità 2” ha vinto il Contest nazionale della Fraternità, concorso bandito dal MIM e dalla Fondazione Vaticana “Fratelli tutti”.
Il video “Fratelli di vita” del quale sono stati protagonisti, diretti magistralmente col suo metodo EMR (Ettorre Melting Ropes) da LadyFraEttorre e montato dal noto videomaker Domenico Liguori, ha sbaragliato i lavori realizzati da oltre 450 scuole di tutta Italia, in un primo momento selezionato tra i 30 più meritevoli e poi vincitore assoluto.
Il lavoro è stato incentrato partendo dal concetto di fraternità inteso come comunione d’intenti tra persone, che tende a perdurare nel tempo e i cui principi e ideali condivisi rendono salda la comunità.
Il concetto di fratellanza è stato identificato partendo dai rapporti e dai legami e dall’evoluzione che hanno avuto nel corso dei secoli. Infatti, il video inizia con due ragazze che ballano davanti a una parete di pietra rappresentando, così, l’amicizia complice che esiste fra le donne così come esiste tra gli uomini.
Appaiono inizialmente vestite da bamboline, perché anticamente, le donne venivano considerate come tappezzeria, delle belle figure a cui non dare importanza, poste rispetto agli uomini a un livello inferiore.
Quando ci sono degli elementi, dei sentimenti, un vissuto che rende comune, questo rinsalda il rapporto; quindi, l’intreccio fra le braccia, il movimento del corpo significa questo.
Il colore rosso, invece, è indicatore, nel senso più classico, della passione, dell’ambito affettivo più in generale. Mentre le ragazze ballano, le immagini scorrono in dissolvenza insieme agli altri personaggi ed elementi che tendono a sottolineare le parti del testo, perno del concetto di fraternità.
Col tempo, con l’evoluzione nei secoli della mentalità, dell’ideologia, la donna si allontana dal concetto dell’essere statico inferiore e inizia la sua ascesa, la sua salita agli alti gradi del potere, del lavoro, della scienza, non solo moglie e mamma. La fraternità quindi come senso di unione e collante spinge una figura verso l’altra, non c’è mai il personaggio singolo.
La luce diventa azzurra perché l’azzurro rappresenta, sempre, nel nostro immaginario, l’ascesa verso il cielo. La salita lungo la scala rappresenta appunto l’ascesa e lo sgabello rappresenta ciò che può ancora tenere legata la donna e non la fa sentire libera, ma ancora dipendente.
La seconda parte del video descritta e sottolineata dal brano “People help the people” riguarda le dipendenze in un senso metaforico traslato; esse rappresentano ciò che rende schiavo l’essere umano ma pur rendendolo schiavo, lo rende simile all’altro.
Ognuno di noi ha un vizio, ognuno di noi ha qualcosa di cui si sente schiavo e da cui vorrebbe liberarsi. Ciascuno di noi ha un momento di tristezza, ha qualcosa che lo atterrisce e quindi che sia la droga, l’alcol, il gioco, il significato va ben oltre: l’umanità è malata e, in un certo senso, si ha bisogno spesso di qualcuno che venga in nostro aiuto.
Questo qualcuno è incarnato nel personaggio che può essere inteso come un Dio che è sì entità spirituale (il personaggio è vestito di bianco) ma di sotto ha il nero, cioè anche l’elemento umano.
È rappresentato Il dualismo cosmico, un Dio che si fa uomo, diventa uomo ma può essere proprio un uomo; molto spesso noi entriamo in un treno e incontriamo delle persone che sono speciali, che ci parlano e noi pensiamo possano essere davvero degli angeli. L’angelo non è soltanto la figura con le ali ma l’angelo è chiunque ci sta accanto, ci aiuta, ci accompagna, ci sostiene, asciuga le nostre lacrime e ci incoraggia ad andare avanti.
Quindi, il messaggio che pervade il video è di grande speranza. Nonostante ci siano state delle considerazioni sbagliate sulle donne e sulla presenza femminile nella società, nonostante ci siano tante malattie del corpo e dell’anima, solo restando uniti, appunto, si può vincere. Il testo dice proprio questo, ci sono bombe che fanno rumore, ci sono tante guerre, ci sono tante lotte. Però siamo tutti fratelli.
“Tu piangi, ridi, mangi, corri, salti, balli”, qualunque cosa tu faccia, la faccio anch’io e quindi questo ti rende simile a me: pur essendo di un colore di pelle diversa, pur parlando lingue diverse, siamo identici, siamo fratelli, abbiamo gli stessi bisogni, le stesse necessità, dobbiamo mangiare, bere, dormire, avere un lavoro, essere trattati con pari dignità.
L’insieme di queste cose rende un gruppo, comunità, e in senso più allargato, fraternità, e quindi siamo tutti fratelli. Questo, in sintesi, è stato il modo drammaturgico di rendere visibile la fraternità. Soddisfattissima per il risultato ottenuto la referente del progetto e Funzione strumentale Inclusione, professoressa Daniela Mancini.
Complimenti e ringraziamenti, per aver portato in alto il nome della scuola calabrese sono giunti, in tempo reale, dal direttore generale dell’USR Calabria Antonella Iunti, presente alla manifestazione in piazza San Pietro.
“La nostra scuola si è impegnata e continuerà ad impegnarsi a rendere flessibile e diversificata l’attività formativa nei confronti degli studenti, in modo da permettere a ciascuno e a tutti di essere condotti, sulla base delle proprie attese, dei propri interessi, delle proprie attitudini e dei propri ritmi di apprendimento, su un percorso formativo individualizzato che renda possibile l’acquisizione di conoscenze, competenze e capacità al più alto livello raggiungibile e che, soprattutto, miri a formare cittadini migliori, giovani generativi, impegnati ad affrontare le sfide contemporanee con passione e creatività,” così, la dirigente Aiello che il 21 maggio scorso, a conclusione della Marcia PerugiAssisi della Pace e della Fraternità “Trasformiamo il futuro”, insieme ai rappresentanti di scuole, università, enti locali e organizzazioni, ha sottoscritto un patto per rispondere al bisogno urgente di formare una nuova generazione di costruttori e costruttrici di pace.