Intestazione fittizia di beni: imprenditore taurianovese assolto in Appello

Reggio Calabria Cronaca

La Corte di Appello di Reggio Calabria (presidente Olga Tarzia, consiglieri Davide Lauro e Laura Palermo, quest’ultima relatrice) ha assolto l’imprenditore taurianovese Giovanni Russo dal reato di intestazione fittizia di beni.

All’uomo si contestava di aver consentito a Pasquale Zagari (61 anni) di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali intestando, dapprima a Rita Russo, e successivamente allo stesso Giovanni Russo, una impresa individuale, che sarebbe stata riconducibile ad una società di fatto tra quest’ultimo e Zagari: l’attività gestiva in particolare e tra l’altro il Bar “Crema e Cioccolato” di via Prof. Ricci a Taurianova (QUI).

Secondo gli inquirenti, inoltre, il cugino dell’imputato, Gianfranco Russo, avrebbe ceduto al primo ed a Pasquale Zagari una licenza per il commercio di tabacchi ed il gioco del lotto.

Il Gup del Tribunale di Palmi, Manuela Morrone, ritenendo responsabile Russo del reato contestato, in primo grado lo aveva condannato, con la diminuente del rito abbreviato, ad un anno e quattro mesi di reclusione.

La condanna di primo grado, come spesso accade per gli imprenditori, ha innescato un meccanismo che ha visto Russo subire anche una proposta di misura di prevenzione personale ed il sequestro dei beni, una interdittiva antimafia e il doversi dimettere da tutte le cariche societarie oltre ed a doversi liberare, su invito degli altri soci, di tutte le quote societarie.

La Corte di Appello di Reggio Calabria, accogliendo le argomentazioni difensive de suoi avvocati, Antonino Napoli e Girolamo Albanese, riformando la sentenza del 22 luglio del 2020 emessa dal Gup, lo ha però assolto perché il fatto non sussiste.

Ancora un caso in cui si è verificato “il paradosso della giustizia che si è trasformata in una macchina del dolore ingiustificabile” che ha, “non solo, istruito un processo che è esso stesso pena ma ha anche bloccato la vita del Russo, il suo patrimonio e le sue attività imprenditoriali, arrecandogli danni enormi rivelatisi, all’esito dell’odierno processo, ingiusti”, commentano i suoi legali.