Farmaci e alimenti scaduti, feci nelle stanze: sequestrata casa di riposo, ospitava 31 anziani
Alimenti scaduti ed in cattivo stato, farmaci scaduti, condizioni igieniche ritenute gravi. Con queste motivazioni i carabinieri del Nas di Reggio Calabria hanno sequestrato una casa di riporto di Gallico Marina, la Domus Aurea Santa Rita, struttura ricavata in una albergo dismesso, il President.
Il provvedimento è stato notificato oggi alla titolare dell’azienda che gestisce la Rsa, già oggetto di una attività investigativa nel 2020 quando il rappresentante legale era il suo convivente che oggi risulta essere invece un dipendente amministrativo.
All’interno, gestiti da due soli Oss, gli operatori socio assistenziali, erano ospitati 31 anziani, la maggior parte non autosufficienti che sono stati poi affidati ai familiari o ad altre strutture a cura del personale del welfare del Comune.
Da quanto appurato dai carabinieri la casa di riposo non avrebbe avuto delle autorizzazioni che sono obbligatorie: autorizzazioni che sarebbero state chieste al Comune nel 2020 ma che non risulterebbero essere state concesse per la mancanza di requisiti professionali e strutturali.
Dopo l’ispezione, avvenuta nei giorni scorsi, i Nas hanno ravvisato gli estremi per i reati di abbandono di persone incapaci e maltrattamenti contro i conviventi. Al momento della verifica, nella struttura c’erano una psicologa e due Oss mentre un terzo è stato sorpreso a dormire.
I militari sostengono di aver trovato nei locali sporco diffuso per carenze di pulizia; nelle stanze vi sarebbero state addirittura delle feci.
Entrati nei locali cucina, poi, i Nas hanno trovato resti di cibo avanzato, sei chili di carne congelata, uova in cattivo stato di conservazione: il tutto è stato ovviamente sequestrato insieme a farmaci scaduti, in particolare undici confezioni di insulina e altrettante penne pre-riempite dello stesso medicinale.
Fatta intervenire una squadra di tecnici dell'Enel, infine, si è accertato che la struttura non avesse attivo nemmeno un contratto di fornitura elettrica e che fosse alimentata grazie ad un allaccio abusivo alla rete pubblica.
Il provvedimento di sequestro è stato convalidato dal procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e dal sostituto Tommaso Pozzati, titolare dell’indagine.