Serra d’Aiello, Fish: 2 case famiglia per ex ospiti Papa Giovanni
Il sindaco del Comune di Serra D'Aiello con una lettera inviata alla Fish Calabria e ad alcune istituzioni competenti, chiede con procedura d'urgenza, di voler trasferire in strutture sanitarie residenziali, non avendo ricevuto sostegno a soluzioni alternative, gli undici ex-ospiti dell'istituto "Papa Giovanni XXIII" che il 17 marzo 2009, giorno in cui si e' svolto lo sgombero, si sono rifiutati di andare nelle stesse strutture sanitarie.
"La lettera del sindaco esprime tutta la difficoltà che un piccolo comune può incontrare nella gestione di una comunità di undici persone che hanno la necessità di essere sostenute nella loro autogestione quotidiana, ma - commenta Nunzia Coppedè, presidente calabrese della Fish - la soluzione che propone ci trova fortemente contrari, a tal fine ci appelliamo al buon senso delle istituzioni competenti per una soluzione idonea". Le persone rimaste nel comune di Serra D'Aiello sono quelle che già vivevano negli appartamenti fuori dal cancello dell'istituto in semi-autogestione. "In questi due anni - spiega Coppedè - il gruppo ha dimostrato di poter convivere con serenità e con dignità in un clima di semi autogestione, con un supporto leggero di aiuto nel disbrigo delle faccende casalinghe e di un sostegno alle relazioni interne ed esterne, aiutati alternativamente da operatori o da volontari per alcune ore del giorno e visite domiciliari del Csm. Questi interventi sono bastati per permettere a queste persone di vivere dignitosamente".
La presidente della Fish ribadisce: "Purtroppo l'assenza di un impegno istituzionale per realizzare una casa abilitata e accreditata che permetta di garantire una residenza ad alta intensità sociale, come previsto nelle linee giuda della psichiatria della regione Calabria e coprire i costi necessari per i servizi leggeri ma continuativi e indispensabili, rischia di annullare tutti gli sforzi portati avanti finora". Al fine di scongiurare l'eventuale ricovero in altre strutture residenziali e assistenziali che richiederebbero alla regione Calabria un costo più elevato e, alle persone con disabilità coinvolte la fine del desiderio e del diritto di vivere come tutti nella società, consapevoli della crisi economica in atto e della necessità di un piano di rientro per la sanità in Calabria che ha di fatto svuotato anche le tasche dell'assessorato alle Politiche sociali della regione, orientando i fondi del sociale sulle Residenze sanitarie assistenziali e le Case protette, "chiediamo - incalza Coppedè - una soluzione che permetta l'accreditamento e la sostenibilità di una casa adeguata".
Con la stessa urgenza al sindaco di Serra D'Aiello, la Fish Calabria chiede invece la sospensione della richiesta di ricovero e l'immediato intervento per la realizzazione di una residenza ad alta intensità sociale o, in alternativa, di due case famiglia, alternative che permetterebbero ai destinatari di continuare a vivere con serenità e dignità. Coppedè ricorda alla regione Calabria che, nel caso decidesse di ricoverare queste persone, deve farsi carico di rette giornaliere di 135 euro a persona, mentre l'alternativa di continuare a sostenerli nei circuiti normali della vita, costa molto meno ed offre buone opportunità di inclusione sociale e maggiore dignità alle politiche sociali della regione Calabria.