Migranti, Occhiuto: contributi alle famiglie più povere se assistono minori non accompagnati
“In Italia manca un modello di accoglienza dei migranti, non siamo stati in grado di crearlo: è un fallimento degli esecutivi che si sono succeduti, in modo particolare delle anime belle della sinistra che hanno governato ininterrottamente negli ultimi anni”.
Così il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, rispondendo alle domande del giornalista Niccolò Carratelli sulle colonne de La Stampa, in una intervista in edicola stamani.
“Centomila arrivi - evidenzia ancora il governatore - non possono rappresentare un problema per un Paese con 60 milioni di abitanti, anzi bisognerebbe vederli come un’opportunità”.
Con queste premesse Occhiuto lancia dunque la sua proposta: partendo dall’assunto che nella nostra regione vi siano molte famiglie sotto la soglia di povertà, l’idea è di dar loro la possibilità di ospitare e assistere un minore non accompagnato, ovviamente con un contributo economico da parte dello Stato.
“Sarebbe un sistema più funzionale” sostiene il presidente aggiungendo che in passato “si è dovuti intervenire perché in molte regioni si era sviluppata un’industria del profitto, che lucrava sull’accoglienza dei migranti. Altra cosa è costruire un vero modello di accoglienza diffusa e di integrazione, all'insegna della sussidiarietà, per dare la possibilità a giovani e disoccupati di trasformare il problema in un'opportunità”.
Come si è cercato di fare in Calabria dopo la tristemente nota tragedia di Cutro (QUI), attraverso “un accordo con l'associazione dei costruttori per la formazione professionale dei migranti, da impiegare nei cantieri edili, in modo da integrarli grazie al lavoro”.
“Cosa direbbe, allora, ai colleghi del Nord, che si lamentano perché ora si ritrovano con i migranti accampati per strada?” incalza il giornalista: “Noi in Calabria - risponde il governatore - abbiamo sempre accolto tutti in silenzio, con grande solidarietà, ma rispetto le difficoltà degli altri governatori, che devono affrontare realtà diverse, specie nelle aree metropolitane, dove la mancanza di un modello di integrazione ha generato dei ghetti, o ad esempio, nelle stazioni divenute spesso un luogo fertile per la microcriminalità”.
Poi, però, non trattiene una frecciata: “Se si chiede giustamente all'Europa di assumersi le sue responsabilità, poi è necessario che ciascuno, a tutti i livelli, faccia lo stesso esercizio di responsabilità”, sottolinea Occhiuto.