Palmi, procuratore Crescenti: “senza intercettazioni blocco del sistema giudiziario”
"Se mettiamo in crisi il sistema delle intercettazioni, mettiamo in crisi tutto il sistema della giustizia. Torniamo alle carrozze, torniamo ad andare dietro alla persona per sentire quello dice".
E' quanto ha dichiarato il procuratore di Palmi Emanuele Crescenti, a margine della conferenza stampa sull'inchiesta "Aeternum" (QUI), che ha svelato la "gestione parallela" del cimitero di Cittanova.
"In un sistema che si evolve informaticamente - ha aggiunto - mettere in crisi il sistema delle intercettazioni significa veramente bloccare tutto, bloccare la macchina, mettere un una palata di sabbia nell'ingranaggio della magistratura inquirente, delle forze dell'ordine. Non potremmo certo lavorare. Anche perché ormai, giustamente, le forze dell'ordine hanno una cultura informatica che è eccezionale e non hanno più quella cultura del territorio che avevano prima. Ormai non si lavora più sul confidente".
"Quello delle intercettazioni - ha concluso Crescenti - è un falso problema. È come se da domani, siccome ci sono troppi morti per strada, blocchiamo le autovetture e ricominciamo ad andare con l'asinello. Purtroppo bisogna evitare quelle che sono le storture delle intercettazioni, la diffusione di atti che non sono utilizzabili, il fatto di manipolarle e tutte queste cose sulle quali si sta intervenendo per creare un circuito giudiziario che sia di garanzia per il soggetto, perché tale deve essere. Ma non si può buttare il bambino con tutta l'acqua sporca".