“La moria del Kiwi: a che punto siamo con la ricerca?”, focus di esperti all’Unirc

Reggio Calabria Attualità

Giovedì 28 settembre alle 9, nell’Aula Seminari “Francesco Saverio Nesci” del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria si terrà un importante Convegno dal titolo “La moria del Kiwi: a che punto siamo con la ricerca?” per fare il punto sulle conoscenze attualmente disponibili e sulle strategie di difesa efficaci, ricerca scientifica e assistenza tecnica.

La coltura dell’actinidia riveste grande importanza per l’Italia in Calabria nella piana di Gioia Tauro, che con una media annua di circa 400 mila tonnellate è il principale produttore Europeo e il terzo su scala mondiale, preceduto solamente da Nuova Zelanda e Cina.

Tuttavia, il settore continua ad essere pesantemente minacciato dalla “Moria del Kiwi”, una grave sindrome che a più di dieci anni dalle prime segnalazioni rilevate in Veneto non è stata ancora sconfitta e rischia di mettere in ginocchio l’intera filiera.

L’incontro sarà anche l’occasione per un focus specifico sull’evoluzione e sul controllo della moria in Calabria e in particolare nella piana di Gioia Tauro, che con i suoi circa 3.000 ettari coltivati costituisce un polo produttivo fondamentale e come tale da salvaguardare.

Dopo i saluti iniziali da parte del Rettore Giuseppe Zimbalatti interverranno docenti Universitari ed esperti di comprovata esperienza che illustreranno i motivi che determinano la diffusione della malattia, il conseguente impatto economico facendo il punto sulle avversità fitosanitarie.

Il convegno sarà anche l’occasione per presentare Sos-Kiwi, un nuovo progetto di ricerca triennale finanziato da AGER-AGroalimentare e Ricerche, che partirà a fine settembre a cui partecipa l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Il convegno si terrà solo in presenza con iscrizione obbligatoria al seguente link https://forms.gle/RUxXE3G825B6Pioz7 e la partecipazione consente l’acquisizione di crediti formativi per gli iscritti all’Ordine degli Agronomi.