Medici dei pronto soccorso, Cisl: “risorse distratte e diritti negati”
Le risorse trasferite annualmente dall’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro al Fondo Sanitario Nazionale e da questo ripartite alle Regioni, compresa la Calabria, e riservate ai medici dipendenti per l’attività di compilazione dei certificati di infortunio e malattia professionale, hanno avuto in ambito regionale una differente destinazione, in difformità dalle disposizioni di Legge (la n. 145 del 2018).
Lo sostiene Nino Accorinti, segretario regionale della Cisl Medici Calabria, sigla che ha già sollecitato mesi fa un incontro per la definizione delle risorse finalizzate ed emendare quelle le incoerenze rilevate applicando i principi normativi, “richieste e denunce – dice lo stesso Accorinti - ignorate dai vertici regionali e dalla Struttura Commissariale anche nel Dca n. 146 del 9 giugno 2023”.
Secondo quanto riferisce il rappresentante sindacale della categoria, a partire dal 2019 e fino al 2022 le risorse per la Calabria ammontano a circa quattro milioni di euro da ripartire per tutte le Aziende Sanitarie, comprese le Aziende Ospedaliere dove prevalentemente sono rilasciate le dovute certificazioni.
“Malgrado ciò - sbotta - le risorse relative agli anni 2020/2022 sono state assegnate inspiegabilmente, senza uno specifico accordo e senza rispettare l’Intesa prevista dall’art. 1 della Legge, unicamente alle Aziende Sanitarie Provinciali con una suddivisione per quota capitaria, tralasciando le evidenziate finalità ed escludendo incoerentemente ed in violazione delle previsioni di legge i medici dipendenti dei Pronto Soccorso Calabresi”.
“Le risorse sono state “distratte” per altri scopi?” si domanda dunque Accorinti che evidenzia come perduri “il silenzio del Commissario Ad Acta e del Dipartimento della Salute come il danno a scapito dei medici! Altro silenzio assordante da parte del Dipartimento avviene sull’applicazione delle disposizioni presenti al comma 1 dell’art. 11 della Legge 60/2019, in caso di aumento del personale rispetto a quello in servizio alla data del 31.12.2018”.
“Infatti - prosegue il segretario della Cisl medici - la nuova metodologia attuativa nella costruzione dei fondi contrattuali per il trattamento accessorio, in deroga all’art. 23, comma 2 del D.Lgs. 75/2017, è stata prevista per non penalizzare il principio dell’invarianza della retribuzione media pro capite del personale”.
“Nonostante ciò - aggiunge ancora - l’ex direzione dell’Azienda “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro con a capo il Commissario Procopio, pur essendo stata autorizzata alle assunzioni, non ha ottemperato dal 2020 in poi alle suddette disposizioni, ritenendo necessario un parere del Dipartimento Tutela della Salute”.
La Cisl Medici ha già sollecitato una direttiva in tal senso ma anche in questo caso non avrebbe avuto alcun riscontro: “in verità -spiega ancora Accorinti - la Regione Calabria sembra non voler riconoscere, con il comportamento evidenziato, i diritti dei professionisti che lavorano nel contesto del SSR e, perfino, le previsioni normative con cui si deve utilizzare il finanziamento vincolato alla remunerazione dei medici per prestazioni a favore dell’INAIL. La Cisl medici denuncerà all’autorità giudiziaria tali violazioni. Per altro verso, il Presidente/Commissario On Occhiuto, se può, intervenga a tutela della dignità ed abnegazione dei medici pubblici calabresi!”, conclude il dirigente Cisl.