Porto di Gioia Tauro, Mancuso: “Intervenire su normativa europea che lo penalizza”
"È urgente trovare soluzioni per il Porto di Gioia Tauro, che rischia di essere vessato da misure cervellotiche dell’Unione Europea". Lo dice il presidente del Consiglio regionale della Calabria Filippo Mancuso, che spiega: "la direttiva europea (al momento prevista nel pacchetto ‘Fit for 55’ nel quadro del ‘Green Deal europeo’) che entrerà in vigore il 1 gennaio 2024, sul sistema di scambio delle quote di emissione dell’Ue per il settore marittimo, prevede che la tassazione venga calcolata, oltre che sulla tipologia di nave, anche sulla distanza percorsa: al 50 per cento se lo scalo di partenza o destinazione è extra-Ue e al 100 per cento se sono porti comunitari".
"Imporre un tributo esoso per i mercantili che scelgono di fare scalo nei porti europei del Mediterraneo, prima di approdare in quelli del Nord Europa o americani, è una scelta illogica. Ma soprattutto, arrecando un danno all’economia del settore e all’indotto, riflette la distanza tra la visione burocratica dell’Europa e gli interessi reali dei Paese aderenti" sostiene Mancuso. "Una scelta che necessita di correttivi tempestivi e che il presidente Occhiuto, giustamente, ha definito ‘un’ecofollia’. Se fosse attuata, infatti, la direttiva non soltanto danneggerebbe i porti europei, ma non contribuirebbe a ridurre le emissioni di Co2".
"Il Porto di Gioia Tauro si è affermato come uno dei principali scali d’Italia e del Mediterraneo, capace di promuovere sviluppo e occupazione in un territorio complesso come quello calabrese. L’appello è trovare soluzioni che garantiscano al Porto di Gioia Tauro di continuare ad essere un’eccellenza del Paese in costante crescita negli ultimi anni" conclude Mancuso. "È dovere delle Istituzioni di ogni livello vigilare, affinché la normativa europea contro i porti europei non diventi mai realtà”.