Festival d’autunno, al direttore Santacroce il Premio nazionale Astrea
Al Festival d’autunno e al suo ideatore e direttore artistico Antonietta Santacroce è stato assegnato il Premio nazionale Astrea 2023. Mission del Premio è il riconoscimento di quelle realtà regionali e nazionali, che rendono l’Italia un grande Paese, restituendo, nello specifico calabrese, l’immagine di una regione fatta di persone laboriose che con tenacia e dedizione ogni giorno perseguono l’obiettivo dello sviluppo della nostra terra.
La motivazione alla base dell’assegnazione dell’importante premio, riconosciuto anche dal ministero di Grazia e Giustizia, è stata la seguente: "Venti anni tra musica, danza e teatro. Venti anni scanditi da eventi di prestigio che hanno da un lato promosso, a livello nazionale, l’immagine più bella della nostra regione e che, dall’altro, hanno offerto una straordinaria opportunità di crescita al territorio".
A ricevere il prestigioso riconoscimento nel corso della cerimonia tenutasi nei Giardini del Novecento, a Lamezia Terme, direttamente dalle mani del presidente Piera Dastoli e del direttore artistico Massimo Mercuri, è stata la stessa dottoressa Santacroce.
"Il Festival d’autunno è stato da me ideato nel 2003, ed escludendo il 2020, anno in cui è saltata ogni programmazione a causa della pandemia, adesso festeggiamo la sua ventesima edizione – ha affermato Santacroce al pubblico presente -.
È un festival riconosciuto dal Ministero, multidisciplinare che contempla la musica in tutti i suoi generi, dal rock alla classica, passando per la lirica, il pop, il jazz, ma anche teatro e danza. Si caratterizza anche per le numerose produzioni originali ideate ogni anno: sono anche musicista e in ogni edizione cerco di valorizzare un ambito della nostra cultura e tradizione.
Ad esempio quest’anno ho scelto focalizzate l’attenzione sulla nostra musica tradizionale realizzando con un team internazionale due eventi: TarantaCeltica, che ha unito il sound di alcuni musicisti calabresi con quelli irlandesi, fondendo la tarantella con la musica celtica; e ‘Eastbound’ che invece mescolava le musiche tradizionali del Mediterraneo con quelle del nostro sud dando origine a un sound particolare e assolutamente originale.
In altre edizioni invece abbiamo valorizzato e divulgato la storia della Calabria, in particolare quella d’epoca bizantina, realizzando con la collaborazione dei più insigni studiosi della disciplina e la regia di Erminio Perocco, un documentario dal titolo “God blessed Calabria” poi presentato al Salone internazionale del libro di Torino e in tantissimi Istituti italiani di cultura all’estero, che ha generato un interessante flusso turistico culturale verso la nostra regione da parte di chi aveva visto il film.
Un altro aspetto importante del Festival è la valorizzazione dei giovani talenti: in 20 anni di attività non c’è grande artista che non sia stato incluso in cartellone, da Dionne Warwick a Paco De Lucia, da Tony Hadley a Patti Smith, da Lucio Dalla a Franco Battiato, a Carmen Consoli a Elio e le Storie tese che concluderanno proprio il Festival di quest’anno, il 10 novembre.
Accanto ai nomi più prestigiosi del panorama nazionale e internazionale però ho sempre voluto inserire in produzioni originali i giovani talenti, istituendo per loro anche un concorso, Next Music Generation, destinato proprio agli emergenti.
Per un Festival ritengo sia importante anche valorizzare gli artisti della propria terra». Ma qual è il segreto del Festival? Di certo la qualità dell’offerta: "Mai banale, sempre ricercata e mirata a trasmettere il gusto per il bello che solo l’arte può diffondere – ha avuto modo di affermare -. Non è un caso se lo slogan di quest’anno è “Venti anni di amore per l’arte".