‘Ndrangheta: boss scarcerati per malattia, indagati 7 medici
Sette medici operanti nelle province di Reggio Calabria, Cosenza, Catanzaro e Crotone, sono indagati per i reati di abuso d'ufficio, false comunicazioni all'autorita' giudiziaria, corruzione in atti giudiziari e falsa perizia aggravati. Avrebbero certificato false patologie al fine di consentire la scarcerazione di alcuni esponenti della criminalità organizzata. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati dai Carabinieri del Ros. Le cosche di 'ndrangheta favorite sarebbero i Pelle di San Luca (RC), i Mantella di Vibo Valentia, gli Arena di Isola Capo Rizzuto (KR) ed i Forastefano della Sibaritide. Ad alcuni degli indagati e' inoltre contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. L'operazione e' scattata in esecuzione di due decreti di perquisizione emessi dalle Direzioni Distrettuali Antimafia presso le Procure della Repubblica di Catanzaro e Reggio Calabria nell'ambito delle rispettive indagini collegate e denominate "Villa Verde" e "Reale", entrambe condotte dai Carabinieri del ROS e dei Comandi Provinciali di Reggio Calabria, Catanzaro e Cosenza. L'attenzione degli inquirenti e' stata focalizzata sull'elevato numero di scarcerazioni di detenuti mafiosi dovute a motivi di salute, che si registra da tempo in Calabria e che ha quindi determinato la necessità di individuare i casi in cui tali benefici vengono concessi in virtù di false attestazioni sanitarie redatte da medici collusi con le cosche. Le perquisizioni vengono eseguite nelle abitazioni e negli studi professionali dei sette medici sottoposti ad indagine, nonché in due importanti cliniche private della provincia di Cosenza. Gli elementi di prova acquisiti nel corso delle indagini collegate delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro, condotte dai Carabinieri, avrebbero consentito di accertare il sistematico ricorso, da parte di diversi appartenenti alla 'ndrangheta, alla simulazione, favorita dalla corruzione di medici compiacenti, di patologie inesistenti (prevalentemente di tipo psichiatrico) allo scopo di beneficiare, per motivi di salute, di scarcerazioni o, in altri casi, di ricoveri, in regime di arresti domiciliari nelle cliniche oggetto delle indagini, dove potevano godere di una serie di agevolazioni illecite.