Alla Festa della Parrocchia di San Girolamo testimonianza sull’insegnamento di don Puglisi
Un'esistenza fatta di sguardo, coraggio della fede, e di perdono su stesso e sugli altri quella raccontata l'altra sera dal bravo attore Christian Di Domenico che ha ricordato, in un intenso monologo pregno di umanità che esige verità, bellezza, giustizia e felicità, la sua storia di amico con Padre Pino Puglisi ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993 al Brancaccio, Palermo, perchè voleva togliere i giovani alla mafia, riconciliare le famiglie degli uccisi, costruire opportunità di crescita civile a servizio del bene diffuso, affermare comportamenti virtuosi con cui educare e per dare spazio alla vera solidarietà e partecipazione che la gente ha bisogno per il compimento del proprio Destino, tra dignità e crescita comune.
"La 681ma replica dell'opera- per le tante svolte in tutta Italia e offerta in ogni luogo dove viene chiamato l’artista - recitata, ancora , con successo e impossibile da dimenticare, nella sala conferenze della chiesa di San Girolamo di Castrovillari, particolarmente gremita oltre ogni previsione, in occasione della Trentesima Festa della parrocchia, alla presenza del Vescovo , monsignor Francesco Savino vice presidente della Cei, e del parroco, don Giovanni Maurello, ha stretto e preso tutti i presenti, in un unicum di emozioni e tensione inaspettato del racconto-testimonianza , intriso anche di po' di rimorso, da parte di chi gli è stato affettuosamente accanto amico come Di Domenico e la sua famiglia.
"Da qui - prosegue la nota cei promotori della rappresentazione - l'ulteriore forza attraente nel portare in scena il Vero e l'effettivamente accaduto come hanno aiutato a richiamare, per altro, i momenti fonici e la registrazione, custodita dall’attore siciliano, di una telefonata di Don Puglisi - il quale si scusa per non aver risposto subito...- che ha fatto vibrare i Cuori di chi era in sala come quello di Christian nel fare memoria pure di quell'istante tra "Cielo e Terra”.
Le vicissitudini, poi, scandite da un’ottima interpretazione e profondo amore per la forza che suscitava don Puglisi nell’incontrare, provocare curiosità, domande, stupore, amicizia semplice e disarmante, e nell’accompagnare per qualcosa che c’era nell’altro, provocandone la libertà, hanno spiegato l'impegno struggente ed appassionato del sacerdote che, forte della propria fede in Dio, con umiltà ed audacia, si spendeva.
Questo fu la principale causa dell'ostilità di cosa nostra, che lo considerò un serio pericolo ed ostacolo per i loro traffici, decidendo, così, di sopprimerlo
Un riferimento, per questo, ancora fortemente attuale per educare alla legalità, per il nostro Tempo, sempre troppo trafitto- vedi gli avvenimenti che si succedono- e, quindi, bisognoso di impavidi, intrisi di quella “Bellezza, dell’altro mondo”, che redime e fa nuove tutte le cose attraverso sacrificio e dedizione contro le vessazioni.
Questo il messaggio profondo e spiazzante del lavoro espressivo "U parrino" (come in Sicilia veniva soprannominato don Puglisi), titolo, tra l’altro, dell'opera di e con Di Domenico, presentato per annunciare proprio l’amore e passione vera del prete al Destino di ciascuno nella realtà che ci sfida: quella che provoca l'Uomo fino alla carne e al sangue (per la redenzione di tutti).
Questo il messaggio della rappresentazione teatrale che ha commosso e sollecitato ciascuno ad essere cristiani attenti, nei rapporti, a quell’amicizia inesauribile che caratterizza la Compagnia del Cristo, unica e fondamentale per combattere ed affermare il Bene sul male".