Rapinano un loro connazionale trans, 3 bulgari arrestati a San Ferdinando

Reggio Calabria Cronaca
Borisov Metodi

I Carabinieri della compagnia di Gioia Tauro hanno arrestato tre cittadini bulgari ritenuti responsabili di una rapina perpetrata ai danni di un loro connazionale transessuale. Nella prima serata di ieri, in una via del centro di San Ferdinando (rc), Borisov Metodi di 43 anni, bracciante agricolo, Georgiev Yanko, 21 anni, bracciante agricolo e Roykov Metodi, 43 anni, bracciante agricolo, sono riusciti ad entrare nella modesta abitazione della vittima, A. Y., 22 anni, transessuale di origine bulgara da pochi giorni giunto in italia, ed una volta all'interno l'hanno aggredita con schiaffi e pugni. La vittima si trovava da sola a casa. I tre, dopo aver immobilizzato il malcapitato, hanno rovistato all'interno dell'appartamento alla ricerca di denaro, ma, non avendo trovato neanche un euro, i rapinatori si sono dovuti accontentare del telefono cellulare e del passaporto della vittima. Le urla della vittima hanno allarmato i vicini di casa e messo in fuga i malviventi. Sul posto e' intervenuta dopo pochi minuti una pattuglia di carabinieri che si trovava in quella zona perche' impegnata in un servizio di controllo del territorio. Ai militari la vittima, sconvolta e dolorante, ha raccontato l'accaduto e descritto i suoi aggressori che sono stati dopo pochi minuti fermati in uno dei posti di blocco istituiti dai lungo le vie di uscita dell'abitato di San Ferdinando (rc). Le manette sono scattate ai polsi dei tre quando sono stati trovati in possesso del telefono e del passaporto pochi minuti prima rapinati al connazionale. La brutta giornata di A.Y. si e' conclusa all'ospedale di Gioia Tauro dove i militari dell'arma lo hanno accompagnato per le cure del caso: se la cavera' con 5 giorni di riposo per varie escoriazioni al volto. Per i tre malviventi, invece, si sono aperte le porte del carcere di Palmi con l'accusa di rapina aggravata in concorso. Commosso ed ancora scosso per la brutra disavventura A.Y. ha ringraziato i Carabinieri per avergli ritrovato e restituito il telefono cellulare, suo unico mezzo di comunicazione con i familiari rimasti in Bulgaria.