Inchiesta Siarc, Albano assolta: “il fatto non sussiste”. Revocato il sequestro
Assoluzione con formula piena, “perché il fatto non sussiste”, per Simona Albano, 53enne amministratrice della Siarc, società catanzarese che opera nei servizi della ristorazione locale e nazionale, e che nell’ottobre dell’anno scorso si vide notificare un sequestro preventivo da oltre 4 milioni di euro (QUI).
Così ha deciso il Gup del capoluogo, Gabrielle Pede, al termine della camera di consiglio riunitasi ieri, sulla vicende che vede indagata Albano per indebita compensazione e omesso versamento di ritenute certificate.
Secondo gli investigatori delle fiamme gialle l’azienda avrebbe utilizzato appunto una compensazione tributaria qualificando delle normali spese di esercizio come relative a dei costi per ricerca e sviluppo, costi per i quali lo Stato riconosce il beneficio del credito d’imposta; inoltre, non avrebbe versato le ritenute operate ai dipendenti dal 2017 al 2020.
I legali dell’imprenditrice, gli avvocati Vincenzo Ioppoli e Francesco Iacopino, nel corso dell’udienza preliminare ha prodotto i risultati dell’attività di indagine difensiva e una consulenza tecnica che miravano a dimostrare l’infondatezza delle contestazioni mosse ad Albano.
La stessa si è anche sottoposta ad un interrogatorio così da chiarire la sua posizione e, all’esito, ha chiesto al Tribunale di essere giudicata col rito abbreviato.
Esaminate le prove e sentite le discussioni delle parti, il Giudice per le udienze preliminari ha quindi ritenuto infondate le accuse mosse assolvendola con formula piena e disponendo la revoca del sequestro con la restituzione di tutti i beni. Il Pm aveva chiesto due anni e quattro mesi di reclusione.