Lavoro, la preccupazione di Cisl Calabria: “In sciopero per difendere diritti dei lavoratori”
Il Comitato Esecutivo della Cisl Calabria, riunito a Lamezia Terme, condividendo i contenuti della relazione introduttiva del Segretario Generale Tonino Russo, esprime viva preoccupazione per due vertenze “calde” che vedono scioperare e manifestare in questi giorni i lavoratori coinvolti. Due vicende che rischiano, in una regione con livelli elevatissimi di disoccupazione, purtroppo prima in Italia per il lavoro nero e irregolare come certificano i dati Istat, di far finire sul lastrico centinaia di famiglie e di perpetuare situazioni di lavoro non dignitoso.
Si tratta, infatti, delle 500 persone impiegate nell’Abramo Customer Care, operanti nelle sedi di Settingiano, Montalto Uffugo, Crotone, a rischio licenziamento per uno stato di crisi aggravato dal mancato rinnovo delle commesse TIM, e dei lavoratori di commercio, distribuzione organizzata, ristorazione e settore alberghiero, che si astengono in tutta Italia dalle prestazioni per il mancato rinnovo del contratto. L’Esecutivo Cisl Calabria manifesta la solidarietà dell’intera confederazione a lavoratori e famiglie e il pieno appoggio all’azione delle federazioni Fistel-Cisl e Fisascat-Cisl che seguono le due vertenze.
Sia il Segretario Russo, sia gli intervenuti nella discussione che ne è seguita, hanno evidenziato, inoltre, l’urgenza della convocazione di tavoli regionali sui temi del lavoro, della sanità e delle infrastrutture. Serve, infatti, è stato sottolineato, realizzare gli investimenti annunciati, fare chiarezza su tante opere di fronte ad annunci di cifre e progetti, di tracciati, come quello per l’Alta Velocità, che cambiano. È urgente completare l’A2, definire tempi e progetti della nuova S.S. 106. Serve, dunque, un confronto istituzionale tra Regione, Anas, Rfi, OO.SS., da far partire immediatamente per accompagnare la cantierizzazione delle opere.
E in materia di sanità il confronto deve riprendere con immediatezza per dare ai cittadini risposte realmente rispondenti alla fruizione dei livelli essenziali di assistenza, cominciando dalle strutture e dal personale. È assurdo – è stato affermato – cercare fuori dalla Calabria le tante competenze in fuga dalla nostra regione perché spesso mortificate. È necessario dotare le strutture esistenti e quelle nascenti di un organico adeguato, riorganizzare e potenziare, valorizzando il servizio pubblico e le tante professionalità esistenti nella nostra regione. Bisogna invertire la tendenza, creare le condizioni perché i cittadini possano curarsi in Calabria e medici calabresi operare con serenità nella loro terra.