Falcomatà: “Ponte sullo Stretto sia tassello in sistema intermodale più complesso”
“È un’occasione di confronto per la quale ringrazio l’Università Mediterranea e il magnifico rettore Zimbalatti, l’ordine degli ingegneri, con il presidente Foti. E’ anche l’occasione per ribadire il ruolo che, rispetto alla tematica del Ponte sullo Stretto, vogliono recitare la Città Metropolitana e il Comune di Reggio Calabria, sicuramente non un ruolo da spettatore ma di protagonista, nella piena consapevolezza che il Ponte è un tassello, un elemento all’interno di un sistema intermodale più complesso”. Così il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, intervenendo oggi nell’aula magna della facoltà di Ingegneria dell’Università Mediterranea, al convegno ‘Palermo/Helsinki: il corridoio con il Ponte sullo Stretto per lo sviluppo sostenibile del Mezzogiorno d’Europa” presenti il Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi, il presidente di RfI Dario Lo Bosco, l’amministratore delegato della società Stretto di Messina Pietro Ciucci.
L’evento è stato organizzato dall’Ordine degli ingegneri della Provincia di Reggio Calabria e dall'Università degli Studi Mediterranea ed ha registrato, tra gli altri, l’intervento in ‘remoto’ del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini. “Rendere i territori protagonisti – ha aggiunto Falcomatà - significa discutere di tutto quello che c’è, insieme ed intorno al Ponte sullo Stretto, ossia gli aeroporti, i porti, la rete ferroviaria, quindi l’alta velocità, la rete stradale, nella Città metropolitana che è la più piccola come numero di abitanti, ma la quarta come estensione territoriale.
Il Ponte sullo Stretto deve essere l’occasione anche per ridurre le distanze e l’isolamento con il completamento e la realizzazione di una rete autostradale, all’interno del territorio metropolitano finalmente moderna”. “Abbiamo anche ribadito – ha evidenziato il primo cittadino - il nostro rammarico per il fatto che parte delle risorse per la realizzazione del Ponte, circa 800 milioni di euro, saranno prelevate dalle risorse per il Fondo sviluppo e coesione. Risorse aggiuntive che nella propria programmazione lo Stato, attraverso l’Unione Europea, stanzia e che devono essere non sostitutive delle risorse ordinarie ma aggiuntive per andare a colmare quel gap di sviluppo che c’è su alcuni territori del paese”.
“Ci auguriamo – ha concluso Falcomatà - che questa decisione possa essere rivista e che gli 800 milioni che sono marginali rispetto al quantitativo totale per la realizzazione del Ponte, ma sono fondamentali per le attività di coesione sui territori, possano essere restituiti al loro naturale indirizzo”.