Calcio a 5. Integrazione e sport, il Città di Catanzaro porta in squadra giovani africani

Catanzaro Sport

L’integrazione tra culture diverse e la tutela dei diritti degli immigrati residenti nel territorio nazionale rappresentano i segni distintivi dell’associazione “Dar Assalam” di Catanzaro, presieduta dal giovane Antonio Carioti.

Tutte le attività portate avanti in questi anni sono state mosse dall’intento di trovare punti di contatto tra culture e religioni differenti, compresa l’ultima, in ordine di tempo, frutto della convenzione siglata con l’associazione sportiva “Città di Catanzaro Calcio a 5”.

Con la scelta di Carioti come tecnico della squadra di futsal “under 19” di Catanzaro, si perfeziona, quindi, un sodalizio che permette di abbattere le barriere attraverso lo sport.

Fresco di nomina, infatti, Antonio Carioti ha subito pensato di far entrare in squadra alcuni ragazzi africani che trovano ospitalità alla Fondazione Stella nel centro storico del capoluogo.

Alcuni di questi, come afferma Antonio, sono dei veri fenomeni nel gioco del calcio: “Sono tutti ragazzi che amano profondamente questo sport, ed hanno imparato a prendere i mezzi per allenarsi al Palagallo, nel quartiere Corvo - spiega Carioti – L’entusiasmo con il quale aspettano di giocare è coinvolgente, ed è bello anche vederli in squadra con ragazzi dei quartieri della zona sud, che subiscono comunque il pregiudizio di vivere in un contesto difficile. Lo sport rappresenta forse la migliore opportunità di fare integrazione in maniera sana e corretta”.

La passione per il gioco del calcio a 5 che ha visto Antonio Carioti impegnato già all’età di 15 anni in serie B con l’Atletico Catanzaro c5, dove ha militato per due stagioni, ottenendo una convocazione nella nazionale italiana di under 21 (a 18 anni è arrivato a vestire la maglia della Licogest Vibo, dove è stato impegnato per altri due campionati di serie B raggiungendo la promozione in A2) ben si coniuga con l’attenzione per il sociale che lo ha portato a fondare l’associazione “Dar Assalam”.

“Allenare una squadra composta da ragazzi stranieri e da loro coetanei italiani che vivono situazioni di degrado sociale, permette di sviluppare relazioni, di integrarsi nella vita cittadina e di migliorare la propria condizione psico-fisica. Ma anche per tutti noi sarà fonte di crescita ed arricchimento” ha evidenziato il presidente di “Dar Assalam”, a cui si lega l’auspicio di veder replicare iniziative del genere sul territorio, magari con la programmazione di tornei di calcio a 5 con altri centri in cui giovani immigrati trovano accoglienza.